venerdì, febbraio 24, 2006

Eccheccavolo...

Sono fin troppi giorni che non scrivo niente...ma è stato un periodo strano e intenso...e continua ad esserlo.
Sono sopravvissuto a 2 settimane estranianti e esaurienti di corso intenso sui prodotti Siemens, fatto sul luogo di lavoro...che si sono tradotti in giornate lunghe 10 ore nelle quali le pause venivano sfruttate per lavorare...il tutto passato con 7 punti sul pollice derivati dall'asportazione della verrucona che mi ci era venuta.
Il tutto era cominciato subito dopo alla bellissima notte del Superbowl passata con il mio cugino americano Anthony venito apposta da Londra per poter vedere il Superbowl in compagnia, il Superbowl dove giocava la SUA squadra, quella dove giocava il suo idolo di quando da ragazzo giocava anche lui...gli Steelers che avevano vinto il titolo..
Che bel weekend, passato a fargli vedere quanto Genova era diventata bella, portandolo a cena in un posto giusto, dove godere della giusta atmosfera, il cibo semplice ma buono e del buon vino.
Attorno a tutto questo il marasma più totale, l'ansia delle scadenze, la lotta contro gli ingranaggi arrugginiti per farli muovere, una buona dose di stress, alcune occasioni che si sono dimostrate fumo falso.
E poi...le Olimpiadi...
Ebbene sì, sono uno di quelli che si fanno trascinare dal romanticismo dell'evento, che nonostante gli sponsor, le polemiche, la filosofia e lo spirito olimpico un po' imbastardito non riescono a vedere le Olimpiadi se non come l'unico evento nel quale anche chi non è ipermiliardatosponsoranabolizzatopallonatoetelevisivizzato riesce a diventare un eroe. E allora sì, confesso di essere affascinato, di provare un brivido quando vedo un atleta gioire e andare sul podio a ricevere una medaglia, di rimanere a bocca aperta alla cerimonia di apertura.
E provo una sincera ammirazione per chi arriva alle Olimpiadi come il signor nessuno, dopo anni di gare e allenamenti nel totale menefreghismo dei giornalii e delle televisioni e quindi di tutti noi, e improvvisamente diventa l'eroe di tutti, di tutti quelli che hanno bisogno di lui per far finta di brillare un po' di più, che tentano di rubargli un pochettino di quella gloria.
E amo sinceramente quelli che fanno finta di illanguidirsi nel gioco, ma che capisci che ti stanno guardando negli occhi e ti dicono "Caro, sono venuto a darti il tuo bocconcino di gloriettina, ma la medaglia a casa me la porto io, e che sia chiaro che l'ho fatto per me, non per voi che fino a ieri, e dopodomani, non vi ricorderete neanche più chi sono."
Zoeggeler e Fabris, i 4 del fondo...che idoli.
E sono contento, sinceramente contento, anche per Torino.
Viverci per due anni, alla fine, me l'ha messa nel cuore. E siccome so molto bene quanto è bello vedere la propria città trasformarsi, diventare più bella, riempirsi di vita...ecco..sono contento per Torino e i torinesi, quelli che conosco e quelli che non conosco.
E sono in attesa...
Non so bene di che cosa...ma sono in attesa, inquieto, irrequieto, nervoso, stanco.
Non vedo l'ora di andare a sciare. Davvero. Più degli altri anni, più di molte altre volte.
Forse proprio esserci andato anche a Natale mi ha fatto venire più voglia...ma anche tutto questo ambaradan...
Venerdì sera, aggiornando un po' di roba, e ascoltando Niccolò Fabi.
E finalmente scrivendo qualcosa...di nuovo...
Buona notte a tutti...e buon weekend....eccheccavolo.