venerdì, aprile 21, 2006

Estratto dalla lettera ad un amico: delle elezioni e del "peggio del peggio"

Sicuramente quello che è successo è il peggio. Un po' meno peggio forse solo perchè a Palazzo Chigi non ci sarà più Silvio Berlusconi.
Almeno così sembrerebbe.
Incredibilmente il mio sentimento verso le elezioni, l'urgenza molto poco politically correct, era proprio quello: mandarlo a casa.
Vedi, le mie idee sociali, la mia visione della vita, del mondo, mi portano inevitabilmente a sinistra.
Credo che chi è più ricco debba pagare di più e contribuire a rendere la vita migliore per chi è più povero.
Credo che tutti debbano avere l'opportunità di migliorare la propria condizione sociale, anche partendo dal basso.
Credo che i servizi essenziali per una vita civile debbano costare pochissimo o addirittura essere gratuiti, e privilegiati rispetto ai bisogni dei singoli e di "chi può".
Non credo al comunismo "attuato", al sei politico, alla preclusione della libera iniziativa.
Ma credo alle tasse pesanti per le fette alte del reddito, per le speculazioni finanziarie.
Credo nelle regole precise, nella severità verso chi non le rispetta.
Credo che chi ci rappresenta debba essere degno di poterlo fare.
Sono pronto ad accettare chi non la pensa come me, non chi mi accusa di essere illiberale perchè vuol fare come cazzo gli pare a lui.
Ma per ribadire quello che ho detto prima, per le elezioni desideravo due cose:
- che vincesse in maniera decisa il centrosinistra, con un forte contributo delle spinte veramente nuove o coraggiose all'interno.
- vittoria del centrosinistra o meno, speravo che nel centrodestra ci fosse una lezione severa per Lega e Forza Italia, con un massiccio spostamento di voti verso l'UDC e AN, in modo che Casini e Fini potessero finalmente sbarazzarsi di Berlusconi e di quella massa di cialtroni padani. A loro due questo imputo e per questo li condanno: potrebbero insieme fare la voce grossa, e invece si accodano per mera convenienza al treno azzurro. Io credo che odino Berlusconi e sopportino a malapena quello che ha fatto. Se non fosse così, e se veramente credono che Berlusconi sia il bene per il paese, allora la condanna diventa definitiva e senza appello.
Come vedi tutto quello che speravo non è avvenuto.
L'Unione si troverà ricattata persino da Mastella...basterebbe lui per bloccare qualunque iniziativa di governo.
E nel centro destra UDC e AN si sono subito dovuti inchinare a sua maestà mediatica e ringraziarlo per l'incredibile rimonta.
Come dici te, non so se per gli stessi motivi, il peggio del peggio.

giovedì, aprile 06, 2006

L'indicazione di voto e le tasse

A pochi giorni dal 9 Aprile, nelle ultime ore di campagna elettorale, mi sembra giusto dare la mia indicazione di voto.
Che ragionevolmente rimarrà personale perchè dubito che qualcuno possa in qualche modo essere influenzato dalla stessa.
Vabbè.
Partirei dalle cose probabilmente inaspettate per chi mi conosce, e cioè dalle idee che condivido con l'attuale premier, anche se dubito che siano farina del suo sacco.
Esistono due dei messaggi disperati lanciati dalla Casa delle Libertà in queste ultime ore che mi trovano concorde.
Credo sia corretto fare una analisi oggettiva degli argomenti e avere una posizione precisa ed autonoma sugli stessi.
Ci sono due tasse che io considero improprie, una del tutto, l'altra per come è attualmente strutturata.

La prima tassa è quella di successione: sinceramente io non capisco perchè chi eredita qualcosa debba pagare una tassa su quello che ha ereditato. Mi sa di feudalesimo, di gabella imposta dal Signore del luogo, di Ius primae noctis. Un'eredità non è un reddito, genererà forse dei guadagni in futuro, che saranno tassati, ma di per sè non lo è. Se prima ero un normale contribuente e lo zio d'America mi fa ereditare un importante patrimonio, diventerò un importante contribuente, ma togliere qualcosa da quello che mio zio mi ha lasciato non capisco che senso abbia.

La seconda tassa che ho sempre compreso poco è quella relativa alla proprietà di una casa. Soprattutto della prima casa, ma anche di eventuali altre case. La tassa sulla proprietà di una casa si basa su una rendita (la rendita catastale) che è totalmente fittizia. Nessuno mi versa una rendita, dei soldi in banca intendo, se io posseggo una casa. Eppure ci pago le tasse sopra. Non solo: questa rendita si basa anche su fattori a volte impalpabili. Se io ho una casa in questa zona di Genova pago X, se è due strade più in là pago Y perchè qualcuno ha deciso che quella zona è meno pregiata. Ecco, io questo lo considero assurdo.
Quando compro una casa pago una tassa.
Quando vendo una casa pago una tassa.
Vogliamo stabilire una regola che mi faccia pagare una tassa sul guadagno che ho rivendendo una casa se questa è aumentata di valore? Mah, facciamola...anche se poi bisognerebbe anche capire come inglobare nel conto tutti i lavori che ho fatto, se ne ho fatto, che hanno contribuito a aumentarne il valore.
Percepisco degli affitti da case che posseggo? Ci pago le tasse sopra, ovviamente.
Mettiamo anche che possa accettare il concetto che chi possiede più di una casa debba pagare qualcosa per le case in cui non abita. Credo che l'argomento sia complesso e non così faclmente liquidabile, ho i miei dubbi ma non me la sento di prendere una posizione precisa.
Ma dover pagare una tassa sulla casa nella quale abito mi sembra profondamente ingiusto.

Fine delle cose che concordo con il programma di centro destra in materia fiscale.

Come ho già avuto modo di scrivere nel blog in tempi non sospetti, quando il programma del centro sinistra ancora non si conosceva, avevo una mia idea su come riorganizzare una parte del gettito fiscale, condivise con un importante giornalista.
Ho con estremo piacere scoperto che il programma dell'Ulivo ha appoggiato le idee mie e di Scalfari (he he).
La proposta di diminuire il cuneo fiscale sui contratti a tempo indeterminato e di aumentare la tassazione delle rendite "improduttive" é sacrosanta.
Anzi: io le rendite "improduttive" le massacrerei di tasse.
E ci troverei i soldi per recuperare i mancati introiti di tassa sulle successioni e sulla casa.
Ma per ora mi accontento di quello che è stato proposto.
E lo considero molto più importante come tema che le tasse di cui ho parlato prima.
In generale, comunque, non credo che il tema fondamentale sia pagare più o meno tasse.
Il tema è far pagare le tasse sulle cose giuste a chi le deve pagare, anche molte tasse, e usare quei soldi per il meglio.
Se pagassi il 50% di tasse ma avessi servizi pubblici efficienti e gratuiti ci starei.
Autobus, ospedali, treni, scuole.
Televisione e giornali.
Cultura e spettacoli.
Un'infrastruttura pubblica efficiente sarebbe garanzia di una società sana, dove tutti potrebbero avere la possibilità di ricevere la giusta informazione, formazione, salute, mobilità, divertimento.
Tutti uguali e catalogati? No, non intendo quello.
E so perfettamente che quello che ho descritto è una utopia, un limite perfetto a cui tendere.
Dove il fattore principale di difficoltà per ottenerla sta nella nostra stessa natura.
Ma, tornando sulla terra, lasciatemi dire che la visione di un ospedale azienda che deve generare utile non la condivido.
Che dare soldi a chi vuole andare in una scuola privata sottraendoli agli investimenti nella scuola pubblica sono un'emerita stronzata, in nome di non ho capito bene quale libertà.
(Io voglio avere la libertà di poter scegliere fra una scuola pubblica competitiva, efficiente e gratuita e una scuola privata esclusiva, superlativa e costosa. Alla quale posso accedere solo se me la posso permettere.Non essere costretto a dover pensare di mandare i miei figli a una scuola privata facendo enormi sacrifici perchè la scuola pubblica è stata abbandonata a se stessa.)
Che autobus, tram e metropolitane devono essere efficienti, ma sui costi, non sul numero di passeggeri per corsa.
Il servizio deve essere presente e garantito a priori, aldilà del fatto che venga utilizzato o no. Deve garantire la copertura del territorio e coprire i flussi massimi di spostamento.
Essere privilegiato in tutti i modi, con corsie preferenziali, esclusive e chi più ne ha più ne metta.
(Scommettiamo che quando poi la gente scopre che per andare a lavorare spende meno sia di soldi che di tempo poi gli autobus cominceranno a non bastare mai?)
Complicare la vita a chi vuole usare gli autobus cancellando le linee, diminuendo le frequenze, abbandonando la notte, non rende il servizio più efficiente, lo rende povero di valore e meno utilizzato.
Avevo iniziato una strada, poi l'ho persa e non so più dove voglio andare...ah, l'indicazione di voto.
Forse avrei dovuto anche attraversare altri temi, le infrastrutture, l'autonomia, il mezzogiorno..
Non credo di avere il tempo, magari saranno argomenti di futuri post, a ftittata o torta con le candeline già fatta e mangiata.
Adesso credo di dover concludere e darla questa benedetta indicazione...partirei da una domanda, ecco: sono un comunista perchè la penso così?
Mah, non lo so, io non credo di esserlo, ma se pensare queste cose vuol dire essere comunisti allora SI, lo sono.
E sono un coglione.
Credo che la mia indicazione di voto sia chiara.