Ce lo dicono fin da piccoli.
Mai piangere sul latte versato.
Non serve.
Che tanto non si può tornare indietro...e il latte annacquato è pure cattivo.
Però ogni tanto fa bene.
Cazzo se fa bene.
E così te ne stai lì, gomiti sul tavolo, con le tue gocce che si diluiscono in tanti rivoli trasparenti in mezzo al bianco sparso, mentre le propaggini liquide si avvicinano al bordo...e poi le sue, del latte, le gocce intendo, che inesorabilmente cominciano a cadere verso terra.
E te pensi "Almeno il pavimento lo salvo" e muovi le braccia e le mani per prenderla.
E non c'è verso...arrivi sempre dopo, un attimo dopo, e la goccia arriva giù...
dell'altro,
l'ennesimo,
latte versato.
E più ci provi, più è frustrante.
Sei pesante, lento, impacciato.
Sembra un brutto sogno, come quando sei sui binari e arriva il treno, e te tenti di scappare ma ogni movimento pesa il triplo, e l'aria ti si avvolge attorno come fosse un guanto di lattice.
Qualche volta, raramente, una goccia la prendi.
E rimani lì, a guardarti la mano, un po' incredulo.
Giusto un attimo, perchè poi c'è da prendere la seconda.
E insospettabilmente rapido..ce la fai.
E poi la terza.
E una dopo l'altra.
E allora pensi "Dai...forse stavolta è servito...è servito".
E fanculo i proverbi.