giovedì, ottobre 27, 2005

La mia storia

Su un altro sito mi hanno chiesto di parlare della mia esperienza professionale, le mie scelte e le mie peripezie, nell'ambito di una discussione su Genova e il lavoro.
Questo è il risultato:


"A grande richiesta, su questi schermi...LA MIA STORIA!!! (il ta-tta-ta-taaa fatelo voi..grazie ;-))) )
Nel Luglio del 1983 mi sono diplomato (G. Galilei...un TC) e sfruttando l'opportunità di saltare l'inutile parentesi militare a Ottobre entro in Elsag.
Vabbè, lo ammetto, ero un secchione e ho preso 60..ok?
I 6 anni in Elsag sono stati elettrizzanti da un lato ma mi hanno spaventato da un altro. Elettrizzanti perchè sono andato a lavorare nel settore di ricerca centralizzata occupandomi (ovviamente a basso livello, da neo diplomato) di cose estremamente interessanti e quindi imparando un sacco.
E avendo vicino a me persone che si occupavano di cose incredibili come il trattamento delle immagini, il riconoscimento e la generazione della voce, la creazione di un sistema multiprocessore modulare...insomma: con rimpianto devo dire di aver capito dopo, magari un poì più maturo, quanto quello che facevo fosse di livello tecnologico veramente avanzato.
Nel mio piccolo lavoravo in un team che si occupava dell'implementazione di architetture su silicio, in progetti autonomi o in collaborazione: con CSELT lavoravamo su un chip per l'elaborazione dei segnali audio in funzione del riconoscimento del parlato connesso...oh...anni 80 ragassi, 20 anni fa.Da buon diplomato "eseguivo" quello che il progettista "progettava", ma per quello sono diventato l'esperto Elsag dei primi sistemi di disegno e simulazione di reti logiche che proprio noi avevamo introdotto.
6 anni spesi bene.
La parte che mi ha spaventato è stata l'immobilità, i tempi lenti. Ero giovane (sono entrato in Elsag che ancora non avevo 19 anni) e ho cominciato a scalpitare.
Tramite un mio carissimo amico ho avuto l'opportunità di cambiare radicalmente: assistenza tecnica in Hewlett Packard, più che un nome un mito.
E l'ho presa al volo.
In HP ci sono rimasto 12 anni, ma non ho avuto problemi nè di tempi lenti nè di immobilità...anzi.Il livello "tecnologico" del lavoro si è abbassato di molto, ma ho acquisito la capacità di fronteggiare in prima persona problemi, prendersi responsibilità, acquisire la fiducia di un cliente e poi doverla mantenere, mettersi in gioco continuamente e accettare le sfide.Sono partito dal riparare plotter con il cacciavite, sono arrivato a gestire progetti infrastrutturali, alcuni da qualche miliardo di vecchie lire.
Passando per il training, assistenza telefonica, consulenza...un po' di tutto.
Non ho mai pensato di abbandonare Genova, nonostante i primi 2 anni a Torino in pianta stabile e le decine di migliaia di chilometri in macchina per raggiungere clienti sempre di più in giro e sempre meno a Genova (e qua ci si potrebbe ricollegare al discorso dello stato del lavoro in questa città...).
Nel 2001, arrivato il secondo figlio, ho capito che il problema doveva essere risolto.
E invece che andarmene mi sono rimesso in gioco un'altra volta, ho lasciato, ammetto con un po' di rimpianto perchè sono stati anni bellissimi insieme a persone splendide, la multinazionale e i progetti miliardari per una piccola realtà genovese, per capire se era possibile mantenere un profilo economico accettabile senza vivere in macchina (ovviamente ho dovuto anche rinunciare ad aspettative economiche diverse da quello possibili sul territorio).
Sono passati 4 anni.
Ho anche tentato di uscire dall'informatica senza successo, ho aperto una ditta individuale e fatto il freelance, ora ho re-iniziato un lavoro più stabile ma ancora come consulente esterno....insomma, sono stati 4 anni poco tranquilli e, in alcuni momenti, anche critici.
Mi sono pentito? MAI.
Sinceramente vi dirò che se mi capitasse l'occasione per fare qualche anno da "trasfertista" e raggranellare qualche soldo in più probabilmente lo farei. Ho una casa da pagare e un po' di sicurezza in più non guasta.
Ma non la vado a cercare.
Ho rinunciato alla carriera, a più soldi, alla "sicurezza", ma ho passato 4 anni vicino al mare, alla famiglia, agli amici...come dice una nota pubblicità...alcune cose non hanno prezzo. Certo, per una persona con la mia esperienza e con il mio "pedigree" forse è più facile mettersi in gioco. L'altra faccia della medaglia è che sei più "costoso" di chi inizia e che quello che trovi la maggior parte delle volte non è al "livello" della tua esperienza....machissenefrega.Insomma: non è finita.
Ma mi sento di poter dire...si può fare. Resistiamo e non diamola vinta alla umida e fredda Padania...:-))"

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