lunedì, settembre 25, 2006

Tanta bella roba

Questa volta pura cronaca. Oh beh, dopotutto questo è un diario, no?

Dopo anni, stimolato dal buon Memo, ho ridato vita a una delle mie anime che mi porto dentro e che tenevo da parte: quella dell'audiofilo.
Tanto tempo fa il mio fratellino si mise in testa di far capire al suo fratellone più grande che l'Hi-Fi era un'altra cosa rispetto all'impiantino comprato dal papà (che però benedico tutti i giorni e per sempre) e soprattutto che le casse non è il caso di metterle appese al tetto come andava tanto di moda.
Dopo averlo convinto a comprare delle piccole B&W DM10 e resolo conscio della differenza, bisognava fare un altro passo importante.
E così lo convinse ad andare con lui al G.E.I. una mostra all'interno del SIM HI-Fi, dove dei pazzi scatenati (in realtà gli storici distributori che ancora "spacciano" materiale che induce in assuefazione all'istante) facevano ascoltare impianti da svariate centinaia di milioni di allora ad altrettanti pazzi scatenati, alcuni in possesso delle facoltà monetarie per possederli, altri solo per poter far vivere alle proprie orecchie qualche ora da sogno.
E' stata quella volta, quella prima volta, che entrando in una stanza in penombra preparata con gusto e cura dell'acustica da dei maestri vicentini, che il fratellone si innamorò di quella casse così strane, con un bordo in massello massiccio spesso qualche centimetro, e di quei tempi erano solo loro a farle così, che suonavano così diversamente da qualsiasi cosa avesse ascoltato prima e durante quel giorno.
E' stata quella volta che il fratellone decise: Sonus Faber deve essere.
E Sonus Faber è stato, ed è ancora.
Sono il fortunatissimo possessore di una coppia di Parva FM2 (proprio uguali a quelle che erano in quella stanza...nella penombra...più di vent'anni fa...) e di un Gravis (primissima versione), che ancora fanno la loro porca figura e che continuano a darmi soddisfazione...purtroppo solo nei pochissimi momenti nei quali riesco ad accendere tutto l'ambaradan.
Eh già, perchè poi negli anni a supporto di cotanti diffusori, si sono affiancati altri pezzi di pregio.
Ma torniamo ai giorni nostri.
Ovviamente il tempo degli investimenti nel settore audio sono terminati un bel po' tempo fa.
Il G.E.I (ah, G.E.I. stava per Gruppo Esoterico Italiano...) è prima diventato il J (che stava per Jewels of) Hi-Fi sempre all'interno del SIM e poi, oramai da molto tempo, è diventato un evento indipendente chiamato Top Audio Show (alla quale si aggiunta la voce Video da qualche anno) che si svolge da sempre al Quark Hotel a Milano.
Da un bel po' di tempo non lo visitavo, e da un po' di anni Memo mi stuzzicava..."Oh, io Venerdì vado su, che fai vieni?"...
Ogni volta, alla fine e per vari motivi, rinunciavo.
Il lavoro, Venerdì, tipicamente si fa a Settembre e magari si va ancora al mare...insomma...era da un bel po' che l'appuntamento saltava.
Stavolta no.
Tempo annunciato come brutto, e poi lo "stuzzico" stavolta fatto di persona e non al telefono...insomma: Venerdì mattina mi sono messo in macchina e sono partito alla volta di Milano, all'ora giusta per arrivare più o meno alla stessa ora di Memo & company che partivano da Lucca.
Arrivato davanti al Quark, in coda aspettando di accedere al parcheggio, vedo una avventurosa Audi che si "inventa" un parcheggio in una ampia aiuola...e decido di seguirla, risolvendo il problema del parcheggio in pochi minuti, ma preparando la "sorpresa" del post-show...ma ci arriveremo.
Ricongiunta la compagnia, finalmente, entriamo.
Ragazzi, quanta bella roba.
Tanta bella roba.
Ho trovato un Top Audio & Video Show ingrandito, che ora occupa 6 piani dell'albergo, con una ampia sezione diventata un vero Expò, e moltissime salette di ascolto, e, devo dire, di un livello medio molto migliorato rispetto a quello che mi ricordavo.
Impressione confortata anche dai commenti di Memo & company che invece sono assidui frequentatori e aggiornati fino all'ultimo anno.
Assolutamente al di fuori di ogni possibile commento la saletta allestita da Audio Natali, sotto tutti i punti di vista.
Gusto dell'arrendamento, gestione dello spazio ma, soprattutto, qualità dell'impianto.
Audio Research e Wilson Audio hanno formato una accoppiata che a lungo rimarrà nei miei ricordi.
La sensazione di libertà assoluta data alle note, agli strumenti.
Di "assenza" del tramite tecnologico.
Di "presenza" degli strumenti, dei suonatori.
Sensazioni che abbiamo ritrovato avvicinate tantissimo dalla sala dove per la seconda volta ho incontrato le incredibili Nautilus della B&W (una sorta di sorelle maggiori....molto maggiori..della mia prima coppia di diffusori "seri" ;-) ), pilotate da generosissimi Jeff Rowland, avvicinate moltissimo ma non eguagliate.
Ora: l'esperienza di ascolto, soprattutto quando limitata nel tempo e nello spazio, è figlia di fattori che poco hanno a che vedere con le apparecchiature, a volte poco a che vedere con le orecchie.
Gli amplificatori erano di filosofia progettuale completamente diversa, sebbene anbedue di qualità senza compromessi(e a noi ci è rimasta la voglia di sentire delle Nautilus pilotate dagli incredibili Audio Research ma anche le Wilson dai Jeff Rowland).
La stanza e gli spazi erano diversi, l'allestimento meno curato.
Le postazioni di ascolto più strette e scomode.
Insomma: il confronto delle due "esperienze di ascolto" finisce con il favorire, sebbene comunque di poco, l'accoppiata AR/Wilson Audio.
Ma tante altre cose hanno allietato le orecchie, gli occhi, la mente.
La Sonus Faber ha sfoderato una saletta e un suono assolutamente in linea con le mie aspettative..solo nel tempo hanno aumentato un po' il livello della luce...e forse non è poi così male, perchè quello che fanno è anche così bello...
E poi le B&W 801, le Opera e dei diffusori assolutamente singolari, con una struttura progettuale totalmente diversa dal solito, e con un suono sorprendente.
E poi la saletta demo audio/video della Lexicon, e poi un proiettore D-ILA con una versione di "Gladiator" in altissima definizione da far venire i brividi.
E poi la saletta con l'impianto top e quello alla portata di tutti (quasi) che però reggeva il passo, e poi Martin Logan, Magneplanar, e poi Tannoy, e poi Klipsch...insomma...tanta...tanta bella roba.
E mi scuso con mi sto dimenticando, perchè non se lo merita.
Sono uscito dallo show contento di esserci stato, di aver nutrito dopo così tanto tempo un pezzo della mia anima lasciato un po' in disparte.
E con questa piacevole sensazione mi sono avviato verso la macchina, tranquillo, sotto una leggera pioggia, poco preoccupante.Un carro attrezzi in zona mi ha leggermente inquietato...sai com'è, magari qualcuno se n'è avuto a male e ha pensato bene di sgomberare il prato...No, la macchina c'è, la vedo...ma l'acquazzone del pomeriggio (ci DEVE essere stato, sennò non mi spiego lo scenario) ha lasciato una situazione...critica.
Al mio arrivo vedo una Volvo incastrata in un fosso, finita lì dentro nel tentavivo di evitare il lago di fango nel quale si sta dibattendo una Mercedes che sta tentando di raggiungere la strada.
La mia macchina è tranquillamente posteggiata, con il lago fra lei e la strada...oh, diavolo.
Dai, forse ce la faccio, forse riesco a passare piano piano a lato, dove lo stato del prato sembra ancora quasi praticabile...piano, retromarcia, piano piano...bisogna evitare il posteriore della Volvo che spunta dal fosso..evitare di finirci...ecco ce l'ho quasi fatta....ecco.....fermo.
La ruota gira, ma io sono, inesorabilmente, fermo.
Per farla breve, con l'aiuto degli autisti del carro attrezzi, le due macchine sono riuscite a raggiungere la strada, e la Volvo è stata recuperata con un cavo.
Ma non in maniera così liscia e tranquilla.
Perchè il fango ha la tendenza a essere sollevato dalle ruote che girano. E a essere sparato addosso a chi sta spingendo le macchine...
Almeno quelli della Mercedes erano di Milano....io mi sono fatto tutto il viaggio fino a Genova completamente coperto di fango...beh, no: mi sono tolto il giubbotto e almeno di sopra non ero proprio incrostato..
Beh...tutto è bene quello che finisce bene..e alla fine è stato pure divertente.
E poi l'esperienza non è comunque riuscita a rovinare la giornata.
Bella giornata, e tanta bella roba.
Valeva la pena raccontarla.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anch'io sono tornato, un tre anni fa, dopo tanto a Milano al Quark Hotel. Esperienza simile (a parte il fango). Il mio ricordo però resta uno: Una Visa celestina che torna dal SIM, la guida Daniele (Butta); io al fianco, tu dormicchi sdraiato/rannicchiato dietro. Poi Butta sbaglia lo svincolo per Ovada. Corregge all'ultimo e fa una svolta a 90°. La Visa stramba sul lato sinistro e s'inclina oltre ogni concepibile possibilità: vedo Butta sotto di me, sotto di lui il guard rail ma non capottiamo. Tu invece si, ti capotti completamente: piedi sul tetto e testa in giù.
Mi viene da dire: le conclusioni di queste fiere sono sempre un po' avventurose...