mercoledì, settembre 13, 2006

Alter Blog Post #2

Un po' ti invidio...quelli sono posti dove da sempre vorrei andare.
Li ho sfiorati con un lungo peregrinare fra Danimarca e Svezia tanto tempo fa..e un po' mi mancano.
Non conoscendo gli antefatti (pur avendo letto i post precedenti e capito che qualcosa nel viaggio andava OLTRE il viaggio in sè), mi limiterò a parlare di quello...a me danno fastidio quelli che, a sproposito, usano parole "di circostanza"...
Le sensazioni che descrivi a proposito del Polo Nord io le ho vissute, analoghe, durante un lungo tramonto, in uno dei posti panoramici sopra il Grand Canyon.
Credo che faccia parte un po' della magia di certi luoghi, ma molto anche dell'aura che noi gli mettiamo intorno mentre durante gli anni diventano nostri miti...il sole a mezzanotte a Capo Nord, il tramonto sul Grand Canyon, la duna nel Sahara...etc. etc.
Ma non è finzione.
Io quel tramonto, fra decine di persone in religioso silenzio, una specie di cowboy che arpeggiava con la sua chitarra, la luce rossastra incastrata fra le rocce e l'abisso e un ciello blu intenso...non me lo scorderò mai.
E' stato come trovare una conferma, come dire: "Cazzo, ma allora non ti stavi prendendo in giro, è proprio una cosa grande...".
Effimero.
Oh sì.
Ma non è effimero ogni secondo della nostra vita?

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Trovo alcune affinità di questo post con il mio che parla del rifugio contro il tempo che avanza (Sospeso nel mare).
Parlerò d'altro, forse attinente, forse no.
Un inconscio blocco mentale mi impedisce di ricordare la data di nascita dei miei genitori.
Così come faccio fatica a pensare a mio padre che non guida la macchina (ha passato gli 80).
Mi rifiuto di accettare il loro invecchiamento.
Per difendermi dal mio.
Ma concordo con la parentesi: la vecchiaia è uno stato mentale, non fisico.
Spero, un giorno, di scoprire di essere "vecchio" da un sacco di tempo, e di aver vissuto fino a quel momento senza accorgermene...

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Io non ho capito esattamente dov'è che volevi andare a parare..ma le ultime tre righe, in questi giorni caldi e afosi, mi calzano a pennello.
Il caldo/umido mi succhia via la voglia di muovermi.
Improvvisamente mi accontento di essere, anzi, di esistere, e sto immobile perchè ogni tipo di movimento aumenta il caldo, e anelo una piccola bava d'aria mentre l'unico movimento atmosferico è il mio respiro..
Ed è caldo, cazzo....

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Ci sono film che ti raccontano vent'anni dopo, o dieci anni prima.
"Dazeroadieci" mi ha beccato mentre mi raccontava proprio nel momento giusto.
E sto ancora passando adesso...e ho ancora tanta voglia di continuare a passare.
Ora: a parte il 37enne sindromato da Peter Pan che ero, esistono cose che mi hanno lasciato veramente con lo stomaco di pietra.
Direi su tutte, due.

La prima.

L'entrata sul palco, hai lasciato perdere la chitarra un sacco di tempo fa, fin dai tempi dei concertini degli amici e poi cosa ti combinano?
Ti organizzano un vero palco, con una band sopra, una chitarra, la tua chitarra e un microfono...e sotto un tappeto di gente che ti aspetta...Oh cazzo...ma...sono io o è lui?

La seconda.

Ho fatto la mia scelta.
L'ho fatta e sono pronto a guardarvi negli occhi senza paura.
Tutti.
Questa è la mia vita rock.
E non abbasserò lo sguardo.
Provate voi a starmi dietro.

Potersi fermare, ogni tanto, e dirsi...ma dazeroadieci...che voto le dai?
Dieci, che diamine...vabbè dai...nove e mezzo...giusto perchè la chitarra bisognerebbe suonarla un po' di più..e magari anche su un palchetto ogni tanto...
Si tiene botta, e si continua a lottare.
Ci si sente.

Marco, il 41enne sindromato

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Parlare di "cinesi" in modo generico è un po' difficile.
Noi consideriamo "cinese" tutto ciò che ha gli occhi a mandorla e non è fottutamente antipatico (perchè diventa "giapponese") ma la Cina è grande più dell'Europa e contiene un sacco di popoli anche drammaticamente diversi da loro.
Non tutti sono bassi, non tutti sono magri.
La Cina l'ho attraversata un bel po', è stato un viaggio di nozze faticoso, e per fortuna non legato solo alle grandi città che si stanno occidentalizzando.
Così li ho visti al Nord e al Sud, sul mare e all'interno.
Li ho visti sui campi (oh sì, ho visto arare il campo con il bue e l'aratro come l'avevo visto solo sui sussidiari alle elementari) e li ho visti in giro in bicicletta.
Forse le loro facce tristi sono le stesse degli italiani che erano costretti a partire per cercare la fortuna lontano da casa, soprattutto quando la fortuna non la trovavano e facevano più o meno la stessa vita ma in un posto dove si sarebbero sentiti per tutta la vita "stranieri".
Ma capisco la tua inquietudine: che cosa li ha attirati qua, perchè il mondo costringe la gente a vendersi il culo per approdare a una terra promessa che poi ti regala emarginazione, ghetti e quel tanto che basta giusto per non pensare di aver fatto una cosa totalmente inutile?
Perchè a così tanta gente viene negato il diritto di potersi sentire realizzato e felice nella propria casa e ne viene violentata la dignità venendo smerciati come bestiame?
Perchè?

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Pur non potendo neanche provare ad avvicinare la tua dedizione e applicazione, che sinceramente ammiro perchè sono fatti di animo sportivo ma anche di tante altre cose, mi ci sono un po' ritrovato nello sport "filosofia-di-vita".
O meglio.
Non ho mai fatto attività sportiva vera, sono troppo pigro e indolente.
Ma ho sempre fatto "qualcosa": pallacanestro alle medie (quella è stata la più "sportiva", vera squadra, veri allenamenti, vero allenatore), piscina alle superiori, calcio con i colleghi settimanale...ho partecipato anche a un torneo a 7 con la squadra del quartiere dove sono cresciuto.
Un po' di palestra qua e là.
Ma è nell'acqua che ci trovo la mia anima che mi aspetta.
Dopo essere stato terrorizzato da una istruttrice del CONI e avere imparato a nuotare da solo, a più di trent'anni, ho scoperto che nuotare è l'unica cosa che riesco a fare senza che nessuno mi "porti" a farlo, di cui ho bisogno e che mi manca quando non lo faccio.
Ho scoperto di riuscire naturalmente a trovarmi a mio agio sott'acqua, a dimenticarmi che devo respirare mentre guardo i pesciolini che mi danzano davanti agli occhi.
Quest'anno sono andato a nuotare quando ero stanco, distrutto, raffreddato, pioveva, freddo polare, caldo infernale.
Un tizio ex-atleta mi ha persino detto "potresti iscriverti ai Master, non vai mica male"...IO...che non so fare neanche la virata...ma ho viaggiato con il sorriso per una settimana e ancora adesso ci penso.
Non so se è proprio quello che intendevi te, ma io nell'acqua mi ci sento a casa, mi ci sento a posto.
Salata o dolce misto cloro non fa molta differenza.
Ora mi manca veramente solo di prendere la mia fottuta tavola da surf e buttarla in acqua sul serio.
Ti farò sapere....

1 commento:

Anonimo ha detto...

ora funziona.. adesso devo solo vincere la mia idiosincrasia con i post lunghi e siamo a cavallo! ;o)