lunedì, luglio 17, 2006

Un tranquillo week-end da paura

Succede che da qualche giorno ho la mente più sgombra, mi sento meglio.
Succede che il tempo e il mare siano perfetti.
Succede che nonostante il traffico il viaggio alla fine sia persino gradevole.
Succede che hai ancora dentro la serata con il tuo Amico e il concerto di Roger Waters.

Non è tutto perfetto.
Il Piccolo ha la febbre, la moglie non se la sente di venire giù.
Così qualcosa ti manca quando alla fine, dopo una splendida giornata di mare, vi mettete lì sotto la veranda, per prendere una aperitivo che il prode barista propone da un sacco di tempo.
Bar ufficialmente chiuso, praticamente solo noi, grandi e piccini.
Il Grande è uscito dall'acqua giusto per sorbirsi il suo analcolico alla frutta, noccioline, patatine e qualsiasi cosa gli capiti a tiro.
Stavolta l'ha tirata da quando siamo arrivati (circa le tre) fino alle otto passata, senza mai schiodarsi.
Sta diventando una piccola leggenda da quelle parti.
Addirittura gli bagno le labbra con il Negroni che mi è stato portato.
Luce che cala, colori rosati.
Silenzio, la spiaggia vuota, il mare sembra olio.
Il bagnino sta ancora smadonnando dietro a ombrelloni, sdraio e pedalò...oh beh, gli si va a dare una mano.
Fratello, cugino e consorte si godono insieme a me il momento.
Manca giusto lei.
Ma si sta bene.
Natchos, salsa ai peperoni, toast, prosciutto tagliato...niente di che, una cosa quasi improvvisata, ma messa lì è perfetta.
Dopo aver banchettato e doppiato il Negroni, per sopravvivere, niente di meglio che cacciarsi in acqua.
Tutti.
Compreso il prode barman.
E lì si aspetta che la luce vada via del tutto, facendo saltare i sassi, facendo i cross dall'acqua che così i ragazzi sulla boa ci danno di testa tuffandosi.
Poi si esce dall'acqua, doccia, ci cambiamo.
Un panino al volo, e ci tuffiamo nella vita notturna.
Un gelatino (ma non della gelateria, in emergenza elettrica...altro piccolo incidente che non turba l'armonia) passeggiata fino al molo...c'è un gruppo che suona.
E poi ti trovi con il Grande, voi due da soli, in cima al molo, a guardare le luci della Riviera e quelle di Varigotti che si riflettono sul mare.
E ti ricordi te a nove anni, quando rimanevi incantato a guardare le luci di Varigotti che si riflettevano sul mare.
E sei contento di essere lì, con tuo figlio, perchè sognavi da sempre di portarcelo, perchè sai anche che adesso magari non lo sa ancora, però speri proprio che un giorno si ritroverà lì, a pensare quando suo padre ce l'ha portato per la prima volta.
E poi si torna su, stanchi, ma felici...e si va a dormire.
Il giorno dopo il Grande scopre che il Piccolo gli ha portato un regalino.
E così al mare ci devi andare da solo, che non è proprio il massimo.
Ma la giornata è comunque bella, il mare comunque bello...e ti scopri a rifare cose che non facevi da un sacco di tempo.
Tipo stare mezz'ora a morto un po' al largo, completamente rilassato, fino quasi ad addormentarti.
O andare sulla boa a prendere il sole, fino ad asciugarti, e poi tuffarti e sentire un lungo brivido lungo la schiena.
Si torna su, richiesto a gran voce ti metti in mezzo ai tuoi figli, ancora febbrati, stretti stretti.
Le coccole sono reciproche.
Mentre aspetti la cena trovi il tempo di innaffiare qua e la, poi dopo di sistemare il letto dove dormiranno in modo che sia fresco.
Aspettate che si addormentino, e poi il viaggio verso casa.
Niente di speciale.
Tutto normale, anzi, persino con qualche imperfezione e neanche trascurabile.
Un tranquillo week-end da paura.

lunedì, luglio 10, 2006

CAMPIONI DEL MONDO!!!

CAMPIONI DEL MONDO!!!
CAMPIONI DEL MONDO!!!
CAMPIONI DEL MONDO!!!
CAMPIONI DEL MONDO!!!

Abbracciamoci tutti
e vogliamoci tanto bene
che stasera abbiamo vinto tutti!!!


Caressa Caput Mundi

venerdì, luglio 07, 2006

Il Mare Verticale Primo

Rubo il titolo (modificato leggermente dopo aver riutilizzato l'idea in un post più avanti NDR) di questo post dal titolo di un blog...perchè è attinente...spero di non far arrabbiare troppo la proprietaria del blog...e comunque chiedo scusa in anticipo...ma ci stava troppo bene.

A Varigotti, circa a 10/15 metri dalla spiaggia, c'è quello che viene chiamato lo scalino, o salto blu.
Salto blu perchè la "scogliera sommersa" (non saprei come altro definirla) che "fuoriesce" da sotto la spiaggia nella zona del bagnasciuga, termina con una scarpata, un muro, nella maggior parte della lunghezza in maniera brusca, in altri più gradatamente, lasciando spazio a un fondo di sabbia bianca, che da al mare in superficie un intenso colore azzurro.
La scarpata fa picchiare il fondo dal metro e ottanta circa del bordo ai tre metri/tre metri e mezzo della sabbia, praticamente verticale (ahhhhhhh..ecco).
La scarpata è piena di vita.
Alghe, ricci, castagnole, donzelle, saraghi, trigliette, a volte qualche cerniotta, salpe, cefali..etc. etc.
Ho iniziato da un po' di anni a praticare un po' di apnea, senza grosse pretese di prestazioni, e senza voler andare a caccia di pesci.
Ho scoperto di essere a mio agio nell'acqua, cosa fondamentale per godere appieno delle cose che si possono vedere.
Se le condizioni lo permettono, il mio giretto a controllare cosa combinano da quelle parti non me lo faccio mancare mai.
Mi piace lasciarmi cadere sul fondo e osservare i pesciolini da vicino...il mare a Luglio e ad Agosto si riempie di piccoli, alcuni adesso sono trasparenti, credo siano i piccoli saraghi. I piccoli delle castagnole sono invece già del loro cangiante colore, e quando si girano all'unisono creando una nuvola viola intenso è proprio uno spettacolo.
Mi piace tuffarmi nelle nuvole di acciughine un po' più al largo, per sparpagliarli e poi vederle tornare insieme e riformare un gruppo compatto.
Mi è capitato due volte anche di vedere un grosso predatore, pronto a fare una scorpacciata...
Tutta questa introduzione per raccontare che Domenica mi è capitata una cosa speciale.
Nel mio solito giro, in una delle rientranze di questo muro, vedo dalla superficie un insolito assembramento di castagnole particolarmente attive.
Incuriosito scendo una prima volta..e non vedo niente.
Solo delle strane alghe a forma di trombetta su una protuberanza vagamente rotonda.
Prendo respiro, e decido di approfondire. Mi aqquatto sul fondo e osservo meglio...'azz, le alghe non sono alghe ma ventose, la protuberanza non è una protuberanza, è un tentacolo.
Ma il polpo dov'è?
Ed è allora che, tormentato dai pesci, si muove leggermente e con uno dei tentacoli tenta di scacciarli...e allora lo vedo!!
Perfettamente mimetizzato con alghe e roccia, ma lo vedo.
Comincio a fare la spola fra la superficie e il fondo, la lotta continua ed è affascinante.
A un certo punto il polpo si stufa, decide che è il momento di andare, diventa grigio/blu di colpo e si muove allungando i tentacoli...spettacolare.
Se non fosse che ho il tubo in bocca, sarebbe aperta.
Mi verrebbe da esultare.
Ora: amo il mio mare, e non lo cambierei con nessun'altro.
Sul serio.
Non voglio confrontare il Mar Ligure con il Mar Rosso, o Varigotti con le Maldive. Sarebbe una bestemmia, e lo so perfettamente.
Ma casa tua è casa tua.
E Varigotti un po' casa mia lo è.
E queste cose le posso vedere quando voglio, anche in pieno Inverno: su la muta e via.
Le vedo ogni week end, ogni estate.
E' come avere un acquario a disposizione, a grandezza naturale, con i pesci che cambiano quando vogliono loro.
Andrò sul Mar Rosso.
E andrò alle Maldive.
Ma tornerò a Varigotti, e non rimpiangerò quei posti, mi sentirò fortunato e a casa.

Voyeur

Domenica.
Giornata splendida, spiaggia.
Seduto sulla sdraio, al'ombra, leggo il mio libro.
Ma non solo.
Da sempre ho il vizio di non essere solo di passaggio.
Io scruto. Sempre.
A volte anche con effetti quasi comici, come quando mia moglie mi ha sorpreso a leggere un articolo scritto su un pezzo di giornale usato per non sporcare il fondo dell'ascensore.
Osservo, non guardo.
E in una spiaggia, dove ogni ombrellone è un microuniverso a sè, di cose da osservare, sentire, carpire, ce ne sono a bizzeffe.
Dietro al mio libro tento di capire che coppia sono i due giovani lì nella fila davanti un po' più a sinistra, o quanto sono arricchiti i cafoni che mi stanno dietro.
Cosa dice la mamma al bambino lagnoso e quelle due? Non me la contano giusta.
Gli occhi, le orecchie e la mente continuano a lavorare alacremente, senza sosta.
Ogni tanto il libro si abbassa. Mi chiedo quanti stanno facendo come me e cosa si stiano chiedendo del sottoscritto.
La coscienza degli altri, il sentire il loro essere, il tentare di capire il loro momento, c'è sempre stato.

Ci sono alcuni momenti in cui questa fissazione si è fissata in maniera più profonda nella mia mente, momenti che ancora adesso ricordo distintamente, due di questi sicuramente hanno contribuito a coltivarla.

Adolescente, con l'amico delle discussioni sul senso della vita, una di quelle sere.
La nostra privilegiata finestra sul mondo, una terrazza in cima alla collina di Coronata, ai nostri piedi la Val Polcevera, quello che noi chiamavamo "Il Plastico".
Case, strade, luci...gente.
Una di queste sere, brezza nella direzione giusta, vediamo arrivare un treno alla stazione di S.P.D'Arena. Brezza giusta vuol dire aria limpida, ma anche suoni amplificati.
Sentiamo i freni, lo vediamo fermarsi e ci rendiamo conto che gli usuali rumori, le porte che si aprono, le voci e i passi di chi scende e di chi sale, i saluti ci giungono chiari come se noi fossimo sospesi a pochi metri dal binario, e siamo invece a qualche chilometro.
Infine una porta viene chiusa, sbatte.
Una sensazione quasi fisica.
E improvvisamente vengo riempito della consapevolezza di tutte le persone con le loro vite che hanno transitato per quel binario in quel momento, persone che non sanno che un po' di quel momento gliel'ho rubato a distanza.
E di questa consapevolezza rimango affascinato, ma anche turbato.

Aprile 1994.
Volo Cathay Pacific Roma - Hong Kong. Volo di andata del viaggio di nozze.
Fino a quel momento avevo preso l'aereo solo tre volte, un Roma - Genova di ritorno da un'andata in treno e un'andata (felice) e un ritorno (molto più mesto) Genova - Londra per la mitica finale di Coppa Campioni (l'ultima, prima che diventasse Champions League) a Wembley della Samp.
Quello era diverso.
14 ore sopra a mezzo mondo, deserti, montagne, l'Oriente.
Per la maggior parte immerso nel buio del cielo e nel buio di zone così poco abitate da risultare inquietanti.
La mappa che tra un film e un notiziario insulso indica a che punto siamo, nel pieno della notte "annuncia" che si dovrebbe essere sopra Nuova Delhi.
Guardo giù dal finestrino, che fino a quel momento aveva restituito solo sparute luci in mezzo al nulla, e gli occhi vengono invasi da un mare di luce.
Immenso.
E istantaneamente le luci diventano nella mia mente milioni di persone, sveglie, dormienti, ricche, povere, felici o disperate.
Case, giardini, bidonville, strade, macchine...è tutto lì, sotto ai miei occhi.
Nessuno sa che io sto guardando.
La sensazione quasi fisica del portello del treno diventa totalmente mentale, ma egualmente travolgente, affascinante, inquietante.

Da quella volta non ho mai smesso di guardare dai tanti finestrini di aereo, ogni volta pensando a tutti quelli che in quel momento stavano vivendo la loro vita.
Ho dei flash di alcuni landing approach, soprattutto in città americane tipo Chicago, o Sacramento, dove dal finestrino dell'aereo riesci a vedere le strade, le macchine, dentro le macchine.
E poi una cosa molto personale: tornavo da Barcellona, e tutta la costa ligure mi stava accompagnando, e all'improvviso lì sotto di me l'inconfondibile profilo di Varigotti e Punta Crena. Sapevo che i miei figli erano in spiaggia, improvvisa l'urgenza di chiamarli, di dirgli "guardate su, vedete la scia? Sono io, ragazzi, sto arrivando", l'impossibilità di farlo che rende quel contatto monodirezionale....anche in quel caso...voyeur...

Questa cosa, ora la faccio continuamente, in macchina mentre guido, al lavoro mentre scrivo, al mare mentre prendo il sole.
Il mio terrazzo, che da su un punto di transito regionevolmente frequentato, è, da questo punto di vista, affascinante. Finestre, negozi, macchine, gente che cammina, l'autobus, i motorini carichi di pizze...

Il mondo dei blog è quasi troppo.
Esiste una parola inglese che non so se ha una traduzione in italiano: overwhelming.
Migliaia di persone che si raccontano, che ti permettono di "guardare" quello che gli succede, che si svelano.
A volte rischio di perdermi.
Ho trovato alcuni punti di riferimento: Ele (la colpevole, quella che mi ha spinto a scrivere di più e a farmi "vedere" dagli altri...come "voyeur" non amo espormi troppo..), Elettra (volubile, ermetica, affascinante, poetica), PG (la pragmatica scrittrice), Ciccio (nonostante non sia ancora venuto a farmi visita).
Pochi altri compagni di penna.
Quasi tutte donne, qualcuno noterà.
In effetti con Ciccio il dialogo è difficile e quasi sempre conto terzi.
Credo che sia nella nostra natura: tendiamo a muoverci in questo mondo come dei galli nel pollaio, i nostri blog (anche il mio, inutile negarlo) sono delle esposizioni del nostro ego, le nostre creste.
Esponiamo pareri, scriviamo poesie, emettiamo sentenze...ci raccontiamo poco.
Almeno questo è quello che mi è sembrato nei (non molti) blog maschili che ho frequentato.
A un voyeur questo non piace.
Lui vuole carpire, non visto, la faccia nascosta della gente.

Forse, prima o poi, riuscirò a sorpassare questo guado, a far diventare il blog non la mia coda di pavone ma il posto in cui racconto me stesso, le mie forze e le mie debolezze.
Confesso di avere paura.
Confesso di avere un'altro blog, dove questo qualche volta è successo, che però ho tenuto privato.
Lo confesso.
Questa, forse, è un po' tutta una confessione.
Il primo passo?

mercoledì, luglio 05, 2006

Il momento strappato

Sono caduto un buco spazio-temporale. Più che caduto mi ci sono messo.
E così mi sono rovinato un momento magico.
Capita che io sia abbonato a Sky, e che abbia comprato il pacchetto dei mondiali.Soprattutto per guardare le partite con il commento della Gialappa's band.
Mi sono divertito un sacco.
Ho finalmente visto mitici personaggi che avevo imparato a conoscere durante anni di radiocronache.
Sapevo che il tutto era leggermente ritardato, ma pensavo di poco, e ho sottovalutato il problema.Più che sottovalutato, l'ho ignorato.
Sera calda.
Finestre aperte...spalancate.
Un silenzio surreale lungo le strade completamente vuote, turbato dal brusio inconfondibile di tante copie dello stesso telecronista che sta raccontando la stessa partita...in questo caso, al massimo due o tre.
118esimo: Pirlo tira, il portiere con le unghie manda in angolo, Del Piero batte, la palla arriva a Pirlo e...BAM, la strada esplode, la gente urla...GGGGOOOOOOLLLLLLLL....e io sto ancora guardando Pirlo che traccheggia al limite, passa a Grosso...tiro al volo e, finalmente, GOL...ma dalla bocca non mi esce niente...
In realtà ho visto un replay istantaneo, non il gol.
Sinceramente non pensavo che il delay fosse così tanto.
Avevo già visto le altre partite dell'Italia, e il problema non si era presentato...finestre chiuse? Meno gente? Non lo so. Un po' questo mi aveva convinto che il problema era più teorico che reale. E invece no.
Ieri sera mi ha lasciato un po' così....e ho cambiato canale...non avrei sopportato di vedere la fine qualche secondo dopo la fine.
E ho girato giusto in tempo per vedere il fulminante contropiede che ha portato al gol di Del Piero, quello sì, al momento giusto...ma ero ancora scottato...e l'esultanza mi è rimasta comunque un po' in gola...ma almeno quel poco era sincronizzato con il resto del mondo...
Vabbè...si impara sempre qualcosa..
Domenica m saprò regolare...

martedì, luglio 04, 2006

Del Referendum e del suo risultato

Un po' a scoppio ritardato, e con la mia ingombrante sicumera che mi fa pensare di essere legittimato a giudicare cose più grandi di me, mi verrebbe da fare una riflessione un po' controcorrente sul risultato del referendum sulla approvazione delle riforme costituzionali pensate da quei popò di genialoidi riuniti in una baita sulle alture di Brescia (o Bergamo?...non so...e sinceramente poco mi interessa...)
Prima di dare adito a malintesi: meno male che a vinto il No (anche grazie al mio piccolissimo contributo) che la riforma era veramente una chiavica.
E non voglio commentare chi, come e perchè l'aveva pensata perchè l'acidità di stomaco fa male.
E, anche se sono dichiaratamente di parte, non commenterò neanche la bicamerale e la precedente riforma per lo stesso motivo, odio pensare che i miei commenti siano forgiati da impulsi simil religiosi.
Per quanto di parte cerco sempre di rimanere obiettivo.Dunque: il No ha vinto con una stragrande maggioranza, e hanno votato la maggioranza degli aventi diritto, superando così il quorum in un referendum dove non era necessario, ma rendendolo, dal punto di vista della valutazione sociale e politica, molto più importante.

Primo capitolo della valutazione: la vittoria del No e il Polo.
Schiacciante.
Aldilà del risultato.
Le percentuali di votanti erano più alte al Nord, dove la Lega militante faceva pensare a una possibile schiacciante supremazia, anche dovuta al weekend vacanziero.
E invece anche al Nord il Si vince, e per molto poco, solo al di fuori delle grandi città.
Evidente come l'elettorato del Polo non sia stato "trascinato" dalla riforma e come quello della Lega sia diventato praticamente ininfluente.
Francamente alcune motivazioni a "favore" della riforma ("votate Si che poi la rifacciamo perchè è obiettivamente brutta") sono sembrate tragicomiche.
In realtà l'elettorato del Polo sembra anche aver votato con la propria testa, rifiutando una riforma che è sembrata più merce di scambio elettorale che veramente voluta da tutto lo schieramento di centro-destra.
Strano come questo argomento (il fatto che la riforma sia stata una forzatura voluta dalla Lega per patti sottoscritti con Berlusconi) sia stato evitato dalla "controparte" che in altre occasioni si è lanciata con furore in polemiche molto più futili...strano, ma non troppo: forse si sta già ragionando a un possibile traghettamento di voti, deputati e senatori come già avvenuto...non ci voglio neanche pensare, ma oramai sono abituato a sospettare le peggio cose.
L'andamento del voto potrebbe far pensare a uno scaricamento della Lega da parte del Polo, ma il Berlusconi teme probabilmente una emorragia di voti più alta del previsto nel caso di Lega lasciata libera di proporre candidati indipendenti.
Insomma: se qualcosa deve succedere, sarà solo perchè AN e UDC troveranno le palle per dire quello che veramente pensano (e tutti sanno, ma nessuno dice).

Secondo capitolo della valutazione: la vittoria del No e l'Unione.

Se Atene piange, Sparta non ride.
La posizione dell'Unione (dopo la commedia della bicamerale e la riforma del titolo quinto) era francamente scomoda.
E debole.
Provare ad argomentare sulla possibilità di trovare una ampia convergenza su una riforma ancora da scrivere francamente altrettanto tragicomico.
Il risultato, da un certo punto di vista...praticamente il mio, è quasi spietato: la regola dell'elettorato mobilitato dalla televisione e dalle veline viene clamorosamente smentita.
La gente vota il Polo perchè non crede nel progetto dell'Unione, più che per le sirene mediatiche del nano-pelato-perseguitato-anche-dai-magistrati-sportivi-comunisti.
Come tanti votano tappandosi il naso Prodi, altrettanti votano tappandosi il naso Berlusconi...o Casini...o Fini.
E quando c'è invece da votare per qualcosa slegato dagli equilibri di potere, ecco che, finalmente, il naso lo si può tenere aperto e votare a pieni polmoni, e al diavolo le tribunette politiche e i battibecchi.
Insomma: il malcontento che alimenta movimenti come quello di Grillo, non sono proprietà esclusiva delle teste di sinistra, e per cambiare sul serio bisogna riuscire a cambiare registro, sennò saremo eternamente inchiodati a palleggi fra una maggioranza e l'altra a colpi di 51 a 49, prospettiva più tragicomica di tutto il resto.

Terzo capitolo: il Referendum in sè

Il primo referendum da anni che supera il quorum senza richiederlo.
Il messaggio è chiaro: smettetela di romperci le balle con referendum poco chiari, su cavilli e tecnicismi, che non propongono niente e smontano solo, che in fin dei conti non riusciamo mai a capire fino in fondo.
Se il tema è chiaro, se il compito è quello di affrontare un tema generale e approvare o meno una linea ragionevolmente precisa, ecco sì che ci muoviamo, e facciamo sentire la nostra voce.
La politica referendaria va bene se i temi sono chiari, se viene chiesta l'approvazione di un'idea, anche generale, e poi il giudizio sulla concretizzazione di quella idea.
15 referendum alla volta sulla abolizione di leggi, leggine, articoli e comma, che poi lasciano solo, nella migliore delle ipotesi, dei buchi da tappare come nessuno sa ancora...mi sembra che sia uno scenario che non va bene a nessuno.
Con buona pace dei Radicali, che per tante cose ammiro e per altrettante non capisco, mi dispiace ma a quel modo non va bene.
E la gente lo ha detto chiaramente.