mercoledì, marzo 29, 2006

Il Ligachannel

Sull'onda dell'entusiasmo del concerto, ovviamente mi sono fiondato sul Ligachannel, registrato e scrivente.Ho buttato lì dentro i 2 post "post"-concerto, e poi ho aggiunto un po' di roba. L'argomento deriva dalla "lettera" di Luciano, che disquisisce sul contrasto tra il mondo che ci vuole COOL e la gente che invece è testarda e rimane HOT (andate a leggere per capire meglio...).
Anyway: c'è una risposta a una ragazza che un po' si deprime perchè c'è chi la vorrebbe "pilotare" nel suo mondo cool e invece lei si ritrova isolata perchè non ci vuol stare, c'è un piccolo aneddoto di come il mondo cool genera strane distorsioni della realtà e infine un po' di sano orgoglio genovese con tanto di mini spot dei Grillini, ispirato a una intervista che il Liga ha lasciato sulla Ligaradio (e che poi ho scoperto aveva ripreso alcuni concetti di un'altra più ampia rilasciata al Secolo XIX) in cui parla di Genova e dei genovesi.
Per par condicio mi sembra giusto riportare tutto ciò nel mio "magazzino" virtuale delle idee..
Buona lettura..

x Freccia9999

Freccia non farti ingannare dalle sirene di chi ti vorrebbe inglobare nelle "regole di chi è giusto"...Anche senza voler essere out a tutti i costi, che diventa anche quella una forma di schiavitù, fai sempre e comunque come credi, come ti senti.
Usa il tuo tempo come meglio credi, ascolta tutta la musica che vuoi, e lascia andare chi vuole andare al trend più cool del momento per la sua strada...lascia che loro se la facciano segnare da altri...e te segui la tua...
Tieni botta, ragazza...

Le scarpette da calcetto

Mi viene da aggiungere un aneddoto sul tema...(mi è venuto in mente guardandomi le scarpe da ginnastica andando al cesso...fate voi...)
Giusto subito prima della partita di calcetto che mi ha rovinato la gamba, avevo deciso di investire qualche decina di euro per un paio di scarpette nuove, visto che le mie vecchie scarpe da pallone proprio non ce la facevano più.
Vado in centro, via Venti, negozio di scarpe sportive, Footlocker, avete presente?
Entro, guardo in giro, pareti di scarpette che sembrano caramelle...mah...provo a chiedere: "ehm, scusate, scarpe da calcetto?"...i commessi mi guardano con un'espressione mista fra imbarazzo, superiorità e disprezzo...tipo "scarpe da calcetto? qua?"....e dove se no?
Evidentemente hanno da vendere solo le scarpette cool, ragazzi...siamo all'assurdo!!
Cioè NON AVEVANO SCARPE VERAMENTE SPORTIVE ma solo quelle 'azzo di scarpette da "defilè", sneakers o come diavolo le vogliono chiamare...
Non è questione di età, mi sarebbe successo anche se avessi avuto 18 anni...decisamente non riesco a essere cool....ho solo la speranza di riuscire a rimanere HOT!!

Luciano Ligabue, Genova e i genovesi

Scusate...lo so...rompo quasi un po' troppo...ma come ho scritto (per chi ha avuto la pazienza di leggere tutto) vivo di entusiasmi...speriamo che questo duri...
Ho appena sentito l'intervista del Liga al volo su Ligachannel Radio, che parlava delle due serate, della settimana passata a Genova, di noi genovesi...lo so che è banale, bambinesco e un po' da presumini...ma mi sono venuti i brividi... come mi erano venuti quando lo spicchio di Genova veniva fuori alla fine del video de "L'amore conta"...
Sentirci raccontare così da Luciano, la tradizione dei cantautori, la proprietà di linguaggio...insomma ce li ho ancora lì che vanno su e giù dalla schiena.
Ma c'è una cosa che ha detto, e che io voglio urlare, perchè mi riguarda da vicino: Luciano parla di Beppe Grillo, del suo coraggio, di quello che sta facendo: RAGAZZI, c'è un sacco di gente che lo sta aiutando!!!
E io sono fra quelli...
Diamoci da fare, facciamoci sentire: beppegrillo.meetup.com... ci sono gruppi in tutta Italia, gente semplice che fa cose semplici e concrete.
Andateci a dare un'occhiata...non è propaganda, non è un partito, non è pubblicità.
Solo voglia di partecipare un po' di più, invece di stare sempre e solo a guardare.
Non ci sono eroi, missionari, asceti... non è neanche necessario essere sempre e comunque d'accordo su tutto...oh...si può discutere!! (di questi tempi pare un grosso risultato già solo quello...)
Fine dello spot...giuro che adesso me ne sto zitto per un po'...:-))

lunedì, marzo 27, 2006

La vita rock

E vabbè lo so, che palle, hai visto un concerto...ora basta...
Ragazzi, sarà che non è che di concerti ne vedo poi così tanti di recente, e anche che un concerto di Ligabue è un signor concerto, e anche che Ligabue è forse il cantante che mi ha mosso di più qualcosa dentro nella pancia e nella testa, ma le cose da scrivere son venute fuori quasi da sole...e se avessi avuto la forza di accendere il PC le avrei scritte già in macchina tornando indietro.
Qualcosa si confonderà con il post di prima...oh beh...il blog è mio e me lo gestisco io...
Quante volte ho pensato all'unico anno di scuola di chitarra lasciato lì perchè non ne avevo più voglia e mi sembrava di suonarla abbastanza bene per cantare con gli amici (seconda media...troppo giovane per capirci qualcosa sul serio).
Ma visto che si parlava di come si è a 20, a 30 e poi a 40 anni, e della fame che bisogna avere dentro la pancia, a costo di essere patetici, io ve lo devo confessare: ho passato tutta la sera a fantasticare sul venire individuato, chiamato, messo sul palco con la chitarra in mano..."Ehi, tu con la stampella, ma ne devi avere proprio voglia!! E la sai suonare la chitarra? E lo sai un mio pezzo?"...ed eccomi lì, sul palco, a iniziare "Non è tempo per noi", appunto...che non ci svegliamo mai, che abbiam sogni però troppo grandi e belli sai...
Sarai pieno di rimpianti, allora...
No.
Giusto per introdurre.
Quand'è che una vita è rock?
Dai, facile, una vita spericolata come Steve McQueen, moto, surf, stivali, India, Sudamerica, Cuba...e la California...
Col cazzo.
Ci ho pensato su.
La domanda che mi sono fatto era facile: la mia vita è o non è rock?
Stabiliamo subito che con Celentano la domanda non c'entra un beneamato cazzo.
E lasciate che vi dica che la risposta che istintivamente mi sono dato è SI.
E perchè mai un 41enne sposato con due figli che fa di mestiere il consulente informatico dovrebbe pensare della sua vita come una vita rock? Perchè guarda CSI al Giovedì sera? Perchè continua a fare la tessera degli Ultras anno dopo anno? Perchè ha una tavola da surf mai usata?
Non so se esiste una regola precisa, anzi...sono ragionevolmente sicuro che NON esista una regola precisa per definire una vita rock.
Ma so che esiste un modo rock per tirare su i figli e un modo non rock per tirare su i figli.
Che esiste un modo rock per fare un lavoro, un qualsiasi lavoro, e un modo non rock per farlo.
Che esiste un modo per sentirsi rock.
Avrei qualche indicazione. Da proporre. A ruota libera.
Cominciamo proprio dai rimpianti e i dubbi su quello che abbiamo fatto nella vita.
Una cosa è sognare, altro è desiderare, altro ancora è volere.
Che cosa volevo io? Cosa avevo in testa nelle mie priorità? Erano veramente le mie priorità?
Non ci sono cazzi: volevo aiutare quanto prima possibile la mia famiglia, e volevo una famiglia mia, che non è la stessa cosa.
Volevo poter guardare negli occhi mio figlio. I miei figli.
Non è questione se chi fa una certa vita possa o no crearsi una famiglia, parte tutto prima.
E' inutile che me la stia a menare che avrei potuto fare il cantante con buoni risultati: se lo avessi veramente voluto mi sarei sbattuto per farlo.
E invece io, neodiplomato, di un istituto tecnico industriale scelto per poter lavorare a 18 anni, ho fatto un colloquio e sono andato a lavorare.
Oh, se ne avessi avuto veramente voglia forse l'avrei potuto fare lo stesso.
Lo so. Sono pigro, e vivo di entusiasmi a volte fugaci che muoiono in poco tempo.
Ma sono fatto così, oramai (più di vent'anni dopo) mi conosco e lo so.
E posso dire che quello che è successo non è mai stato merito o colpa di altri.
Che a 40anni, con un figlio di 9 e uno di 6, con una bella moglie che mi sopporta nonostante i miei guai (eh..no..non è proprio tempo per noi) ho ESATTAMENTE quello che volevo a 20.
Quello che era al primo posto.
Questo è rock, cazzo.
Quando mi guardo indietro e posso dire che qualcosa poteva andare diversamente, devo fare i conti solo con me, e con nessun altro. Questo è rock.
Altro che scuse, mi son sposato, sai i miei, sai lei, sai i miei figli...non esistono scuse: certo, ci sono eventi che condizionano alcune cose...tipo il surf. Ma sai perfettamente se le cose le hai pilotate te o le hanno pilotate gli altri.
Ed è rock anche accettare gli eventi come tali, non fermarsi e passare alla prossima cosa da fare.
Ed è rock continuare testardamente a credere che qualcosa comunque può ancora succedere. Continuare ad accennare nuove canzoni, anche se magari non le tiri giù. Però poi magari le tiri giù sul serio. E prima o poi le registrerai.
Ed è rock cominciare a scrivere, mettersi in gioco, avere voglia di partecipare perchè uno si è rotto di fare sempre e solo lo spettatore, e fai poco, perchè ne hai poco da dare, ma almeno quello non lo lasci lì a vagare nel grigio.
E' rock scoprire che tuo figlio conosce delle canzoni che tu non conosci, e che come te alla sua età comincia a mettere la musica nella sua testa al primo posto.
E' rock avere ancora voglia di fare l'amore con la tua donna, come la prima settimana, dopo 12 anni, e sentire che ce l'avrai ancora per un sacco di tempo. E pensare che la voglia è la stessa ma che 12 anni fa il sesso era molto peggio di adesso.
E' rock andare a un concerto, e battere le mani, e cantare a squarciagola, e farlo come quando avevi 18 anni, anche se sei (e lo sai) profondamente diverso.
Se proprio c'è una cosa che mi manca, è che mi piacerebbe lasciare un segno un po' più tangibile della mia presenza in questo mondo, ma non sono mica poi tanti che ci riescono, e comunque...ho ancora tempo.
Sto ancora passando...
(Ma a pensarci "Da 0 a 10" non parlava proprio di tutto ciò? Mi è venuto in mente solo ora...)

Un tempo per...(ieri sera il Liga...)

Ieri sera sono andato a vedere il concerto del Liga, con tanto di stampella.
Non ho saputo o voluto rinunciarci.
In una sua canzone dice (cito a memoria e sono responsabile delle inesattezze):"a 18 anni non sai niente, o forse sai già tutto e non dovresti crescere più".
Non sono d'accordo.
A 18 anni sei quello che sei, ma di cose ne sai veramente poche.
Vai molto a istinto, paura, entusiasmo, credi di essere il padrone del mondo e di avere le idee chiare, ma con il tempo poi scopri che non è così, e che la cosa (tra tante) della quale dovevi imparare di più era proprio di come eri e di quello che per te contava veramente.
Ma è giusto così.
Questo non vuol dire che a 30 anni sei meglio di quando ne avevi 20.S
olo che eri diverso.
C'è un tempo per andare a vedere Bennato ogni volta che capita a meno di 100Km da casa, c'è un tempo per andare a vedere il Liga con la stampella e con due figli dai nonni per la notte, con un po' di rimpianto perchè forse il grande poteva venire.
E sei diverso, non ci sono cazzi.
E quelli che dicono che non si sentono cambiati, secondo me, non hanno capito un cazzo o hanno perso del gran tempo.
E, come dice il Liga, "L'amore conta, e conta gli anni a chi non è mai stato pronto".
Ecco cosa, se non sei cambiato: non sei mai stato pronto.
Quella che non deve cambiare è la fame.
Vai a vedere il concerto a 40 anni, e se ci vai credendo che oramai certe cose non ti possono toccare più, che a certe cose sei superiore, che certe cose "le lascio a chi ne ha ancora voglia" ecco, allora sì che sei cambiato, ma cambiato male.
La fame non deve mancare mai.
E la voglia di cantare, urlare, saltare.
E poi fai per quello che puoi, ma la voglia e la fame dentro ti deve bruciare.
Spero di avere fame ancora per un bel po'.
Spero di averla anche quando comincerò a dover fare i conti, quando quello che avrò fi fronte sarà molto meno di quello che avrò dietro di me, quando sarò forse patetico e ridicolo macchissenefrega.
Ah, giusto, il concerto.
Una volta deciso di non rinunciare, sono stato preso da molte ansie. Riuscirò a parcheggiare vicino? La gamba mi darà fastidio? E la coda all'ingresso? E riuscirò a trovare un posto dove riuscire anche a stare in piedi se serve senza massacrarmi?
Insomma...le solite paranoie.
E poi è stata una serata al limite della perfezione.
Parcheggio trovato subito e vicino. Coda presente ma non stravolgente, ingresso poco dopo l'apertura dei cancelli.Posto forse perfettibile, ma ero proprio dietro al mixer, con la ringhiera per appoggiarmi, con il palco proprio di fronte e dritto...insomma....ma ci vogliamo lamentare?
E poi più di due ore filate di rock, sudore, cori, emozioni...non potevo saltare, ma la fame dentro c'era, e il concerto me lo sono visto in piedi tipo gru dall'inizio alla fine.
Eccheccazzo.
Con alcuni gustosi fuori programma.
A parte i soliti incontri con amici e semplici conoscenti (Genova l'ae un paise), assolutamente mitico l'incontro con la Stefi Brusconi, che si presenta con una collega della Paola...alla quale stavamo tenendo il posto (anzi I POSTI, per lei e la sua amica, appunto...)!!
Unbelievable.
Il giusto giro di carica per arrivare all'estate.
E la molla per riprendere un po' il giro...troppo tempo senza concerti rock.
"Ci han concesso solo una vita, soddisfatti o no qua non rimborsano mai...": sta a noi riempirci il borsellino di cose buone...

giovedì, marzo 23, 2006

Valore Civile...

In questi giorni ho saputo che Fabrizio Quattrocchi è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Civile.
Dal Presidente, su indicazione del Ministro dell'Interno.
Devo dire che sono rimasto sconcertato.
O c'è qualcosa che non ci è stato detto (e non mi meraviglierei, visto come è andata la vicenda e come veniamo puntualmente presi in giro su quello che succede là e non solo là) oppure stiamo perdendo il senso delle parole e delle cose.
Medaglia d'Oro al Valor Civile?
E perchè mai, scusate?
Allora diamo la medaglia d'oro anche a Carlo Giuliani?
Fa differenza qual'è l'arma che li ha uccisi?
Ambedue sono vittime, sfortunate vittime, di circostanze, ma anche delle loro azioni.
Ambedue non sono eroi, non sono morti per una causa, non sono certamente un esempio per gli altri.
Ambedue hanno violato diverse leggi per fare quello che stavano facendo, uno il mercenario al soldo delle corporate americane in zona di guerra, l'altro assalire (come reazione a una violenta carica) le forse dell'ordine per rabbia e per vendetta.
Non voglio mettere sullo stesso piatto, non voglio paragonare, non voglio giudicare.
Ma ditemi per quale misterioso motivo io dovrei ritenere Fabrizio Quattrocchi un esempio da imitare.
Perchè non lo capisco.
In questo modo lo si mette sullo stesso piano di Calipari, o dei militari morti a Nassiriya (spero di averlo scritto giusto).
Per quanto coinvolti in una guerra ingiusta e crudele, loro non ne erano certamente responsabili, erano lì per una missione che il nostro stato gli aveva dato, e sono morti compiendo fino in fondo il loro dovere.
Questo non ce lo possiamo dimenticare.
Ma Fabrizio Quattrocchi no.
Fabrizio Quattrocchi non era dissimile dai turisti rapiti nello Yemen, solo che lui il turista lo faceva non pagando, ma pagato, e pagato molto bene. Nessuno gli aveva detto di andare o gli aveva dato una missione, aveva scelto lui di lavorare per delle compagnie private, per garantire la sicurezza degli imprenditori americani che erano a fare gli affari in Iraq.
Sapeva di correre dei rischi, li correva per soldi (non certo per degli ideali), i "rischi" si sono concretizzati, a lui è andata peggio dei suoi compari e dei turisti dello Yemen.
Se i rischi fossero stati finti di certo non lo avrebbero pagato così bene.
Siamo tutti dispiaciuti per quello che è successo, ma da lì a farlo diventare un eroe della nazione ce ne passa.
O invece una missione ce l'aveva.
O invece lui era lì perchè qualcuno ce l'ha mandato.
E allora le menzogne sulla nostra "missione di pace" da svelare sono ancora molte...
Davvero non so cosa scegliere come opzione migliore...mi vergogno solo un po' di più di essere italiano.

DGF (Deejay Grande Fratello)

Queste settimane di forzato riposo mi hanno fatto fare un sacco di cose che non facevo da tempo.
Ho guardato molta meno televisione di quello che avrei pensato, ma ho anche scritto e letto molto meno...beh...letto un pochettino sì...
E ho suonato veramente poco...cazzo.
Ma un po' di tele l'ho guardata, e in orari decisamente inconsueti per me.
Avevo letto da qualche parte, ma non avevo mai provato e non avevo chiesto conferme, che Deejay chiama Italia era diventata anche una trasmissione televisiva, e mi incuriosiva molto l'idea di guardarla, non sapevo cosa aspettarmi...
Ho aspettato gli ultimi giorni perchè mi venisse in mente al momento giusto (come al solito quando hai molto tempo da perdere ne perdi un sacco...) ma alla fine ce l'ho fatta...divano, telecomando, quasi le undici....Deejay TV...ecco.
E praticamente diventi un ospite di Radio Deejay, un guardone autorizzato, un amico muto delle persone che lavorano lì.
E così scopri come si "muove" una radio, come funzionano le cose, cosa si dicono le persone...certo, ti chiedi anche quanto siano consapevoli del guardone, se qualcosa è cambiato da quanto le telecamere sono "aperte", ma devo dire che quello che si vede è estremamente naturale, spontaneo...
Stamattina c'è stato pure l'ospite importante, il Liga, ed è stato bello vedere l'arrivo alla chetichella, le strette di mano...bello per chi della pomposità della televisione un po' ne ha piene le scatole, e capisce subito quando qualcuno è a proprio agio oppure è ingessato...per esempio, proprio il Liga, quando è andato da Celentano...tutta un'altra cosa...vabbè...sto divagando.
Questa sorta di intimità mediatica mi ha tirato fuori strane sensazioni, contrastanti, e mi ha fatto pensare. Mi ha fatto pensare di scrivere qualcosa che potesse poi essere anche una lettera per Linus (che, e non vuole essere una sviolinata, è uno di quei personaggi "leggeri" che ritengo importanti, per me ma non solo, che vivono una loro dimensione che viene molto spesso trascurata e che invece dovrebbe essere un esempio per molti...appunto, un altro esempio? Fabio Fazio) e un brano per il mio blog.
Di cosa sto parlando? Mah...come dare una definizione..."l'insostenibile leggerezza della distanza"?
Vedere Deejay chiama Italia fa capire quanto le persone che ammiriamo, le persone "famose", i nostri idoli, siano persone normali, per carità, speciali per quanto sono riusciti a fare, a costruire, ma normali perchè si comportano "in ufficio" non molto diversamente da quanto facciamo noi, anche se stanno facendo una trasmissione che ascoltano milioni di persone. Che attorno a loro ci sono persone assolutamente normali, che li aiutano e li supportano, e che vivono il loro lavoro come se fosse un lavoro qualunque, giustamente, ogni tanto si rompono le palle persino. Arriva il Liga e neanche alzano il sopracciglio. E non è supponenza, superiorità, tronfiaggine...è tutto perfettamente normale.
Viene fuori l'invidia, per gli idoli e per chi lavora con loro (ma come avrà fatto, come sarà riuscito/a a essere lì, perchè lui/lei e non io), il rifiuto della normalità (ma che fa!?!?! SBUFFA?!?!?!)...insomma, un po' di bile in circolo.
E poi malinconia e languore, ti rendi conto di quanto chi è così vicino e fa di tutto per esserti vicino (l'idea della trasmissione "aperta" credo nasca dalla volontà di mettersi ancora di più vicini alla gente, di farsi vedere e sentire più vicini) in realtà è lontanissimo, e sei dibattuto dall'idea di sbatterti per rompere le barriere e la sgradevole sensazione di diventare a quel punto un insopportabile molestatore...chi sei tu per diventare "speciale" in mezzo a tanta gente che vorrebbe? E hai 41 anni, moglie e due figli...ma non essere ridicolo..e il tempo scorre via inesorabile...
OK OK, fino ad ora solo dolore e lacrime...tutto qui? Volevi farci capire che sei incazzato con il mondo e con te perchè non hai fatto niente di speciale...andata. E adesso?
E adesso mi chiedo poi come sia per loro, cosa pensino loro di questi "guardoni" e "ascoltoni".
Se per noi è difficile, quanto per loro è "sostenibile" questa distanza...che è necessaria per la loro vita, perchè non sia risucchiata e consumata sa migliaia di altre.
Credo ci voglia una sana dose di realismo e di cinismo....ma quanto? E quanto questo poi ti corrode dentro oppure ti lascia tranquillo? Quanto ti fanno piacere le attenzioni e quanto ti danno fastidio? Come decidere di mollare un po' e....ecco, sì, ora parlerò un po' con lui, magari mi è simpatico, magari un potenziale amico...ma io gli sono simpatico o parla con me perchè sono Nicola Savino? Quanto si riesce a capire di chi hai di fronte in 10 secondi? Quanti hanno 10 secondi per riuscire a farsi capire? Come ci si sente ad avere migliaia di persone che non riescono a non darti del tu perchè ti conoscono da una vita e per te sono degli emeriti sconosciuti?
Delle tante cose che sogno, alcune sono ricorrenti, e una di queste è proprio questa: per fortuite coincidenze conoscere qualcuno, qualcuno di quelli nella mia lista, e riuscire a stabilire un contatto, vero. Riuscire a vedersi, magari invitarlo a cena, riuscire a parlare con lui di questo, come di tante altre cose. E scoprirlo proprio come te lo sei immaginato.
Credo che i nomi nella mia lista siano così.
Credo.
Chissà se lo saprò mai.
Mi chiedo anche se io sarei capace di essere così, o, raggiunta la notorietà, diventerei insopportabilmente pomposo, supponente...
A essere onesti tante cose mi sono girate per la testa, veramente un tourbillon di sensazioni confuse. Non so se sono riuscito a focalizzarle tutte, non so nemmeno se sono riuscito a buttare giù in maniera decente quelle che sono riuscito a focalizzare.
C'è stato un momento, oggi, che ho acceso la radio in cucina e lasciato la TV accesa in salotto...mi stavo preparando la abbondante colazione che doveva sostituire anche il pranzo...e ho giocato con la "vera" trasmissione e il dietro le quinte...viaggiavo nel tempo, e sentivo le cose in cucina per poi risentirle poco dopo in salotto..(2 o 3 secondi..che avete capito...delay tecnico...Deejay TV è comunque via satellite...fa un sacco di strada in più il segnale...), e sul pezzo che suonava guardavo il Farolfi preparare le cose per il seguito, sentivo i commenti fuori onda, e...oh, non ci posso fare niente...mi sembrava di essere lì...
OK, è anche un po' patetico, una sorta di "Sposerò Simon Le Bon" venticinque anni più vecchio...ma che ci volete fare...
Ma di una cosa sono sicuro, quella sì: questo è un reality show che mi piace. Magari è solo un gioco, magari c'è davvero la voglia di dare qualcosa in più alle persone che ti seguono, magari l'abbiamo guardato in 10, magari più gente di quella che paga per guardare il Grande Fratello.
Magari...
Scremato tutto, resta la voglia di concretizzare quello che hai sentito, perchè ti sei accorto che qualcosa ti ha fatto. Qualcosa ti ha mosso.
E così, dopo aver perso un sacco di tempo, eccolo qua, finalmente con la tastiera in mano. E vediamo di non perderla più...