giovedì, marzo 23, 2006

Valore Civile...

In questi giorni ho saputo che Fabrizio Quattrocchi è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Civile.
Dal Presidente, su indicazione del Ministro dell'Interno.
Devo dire che sono rimasto sconcertato.
O c'è qualcosa che non ci è stato detto (e non mi meraviglierei, visto come è andata la vicenda e come veniamo puntualmente presi in giro su quello che succede là e non solo là) oppure stiamo perdendo il senso delle parole e delle cose.
Medaglia d'Oro al Valor Civile?
E perchè mai, scusate?
Allora diamo la medaglia d'oro anche a Carlo Giuliani?
Fa differenza qual'è l'arma che li ha uccisi?
Ambedue sono vittime, sfortunate vittime, di circostanze, ma anche delle loro azioni.
Ambedue non sono eroi, non sono morti per una causa, non sono certamente un esempio per gli altri.
Ambedue hanno violato diverse leggi per fare quello che stavano facendo, uno il mercenario al soldo delle corporate americane in zona di guerra, l'altro assalire (come reazione a una violenta carica) le forse dell'ordine per rabbia e per vendetta.
Non voglio mettere sullo stesso piatto, non voglio paragonare, non voglio giudicare.
Ma ditemi per quale misterioso motivo io dovrei ritenere Fabrizio Quattrocchi un esempio da imitare.
Perchè non lo capisco.
In questo modo lo si mette sullo stesso piano di Calipari, o dei militari morti a Nassiriya (spero di averlo scritto giusto).
Per quanto coinvolti in una guerra ingiusta e crudele, loro non ne erano certamente responsabili, erano lì per una missione che il nostro stato gli aveva dato, e sono morti compiendo fino in fondo il loro dovere.
Questo non ce lo possiamo dimenticare.
Ma Fabrizio Quattrocchi no.
Fabrizio Quattrocchi non era dissimile dai turisti rapiti nello Yemen, solo che lui il turista lo faceva non pagando, ma pagato, e pagato molto bene. Nessuno gli aveva detto di andare o gli aveva dato una missione, aveva scelto lui di lavorare per delle compagnie private, per garantire la sicurezza degli imprenditori americani che erano a fare gli affari in Iraq.
Sapeva di correre dei rischi, li correva per soldi (non certo per degli ideali), i "rischi" si sono concretizzati, a lui è andata peggio dei suoi compari e dei turisti dello Yemen.
Se i rischi fossero stati finti di certo non lo avrebbero pagato così bene.
Siamo tutti dispiaciuti per quello che è successo, ma da lì a farlo diventare un eroe della nazione ce ne passa.
O invece una missione ce l'aveva.
O invece lui era lì perchè qualcuno ce l'ha mandato.
E allora le menzogne sulla nostra "missione di pace" da svelare sono ancora molte...
Davvero non so cosa scegliere come opzione migliore...mi vergogno solo un po' di più di essere italiano.

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