martedì, luglio 04, 2006

Del Referendum e del suo risultato

Un po' a scoppio ritardato, e con la mia ingombrante sicumera che mi fa pensare di essere legittimato a giudicare cose più grandi di me, mi verrebbe da fare una riflessione un po' controcorrente sul risultato del referendum sulla approvazione delle riforme costituzionali pensate da quei popò di genialoidi riuniti in una baita sulle alture di Brescia (o Bergamo?...non so...e sinceramente poco mi interessa...)
Prima di dare adito a malintesi: meno male che a vinto il No (anche grazie al mio piccolissimo contributo) che la riforma era veramente una chiavica.
E non voglio commentare chi, come e perchè l'aveva pensata perchè l'acidità di stomaco fa male.
E, anche se sono dichiaratamente di parte, non commenterò neanche la bicamerale e la precedente riforma per lo stesso motivo, odio pensare che i miei commenti siano forgiati da impulsi simil religiosi.
Per quanto di parte cerco sempre di rimanere obiettivo.Dunque: il No ha vinto con una stragrande maggioranza, e hanno votato la maggioranza degli aventi diritto, superando così il quorum in un referendum dove non era necessario, ma rendendolo, dal punto di vista della valutazione sociale e politica, molto più importante.

Primo capitolo della valutazione: la vittoria del No e il Polo.
Schiacciante.
Aldilà del risultato.
Le percentuali di votanti erano più alte al Nord, dove la Lega militante faceva pensare a una possibile schiacciante supremazia, anche dovuta al weekend vacanziero.
E invece anche al Nord il Si vince, e per molto poco, solo al di fuori delle grandi città.
Evidente come l'elettorato del Polo non sia stato "trascinato" dalla riforma e come quello della Lega sia diventato praticamente ininfluente.
Francamente alcune motivazioni a "favore" della riforma ("votate Si che poi la rifacciamo perchè è obiettivamente brutta") sono sembrate tragicomiche.
In realtà l'elettorato del Polo sembra anche aver votato con la propria testa, rifiutando una riforma che è sembrata più merce di scambio elettorale che veramente voluta da tutto lo schieramento di centro-destra.
Strano come questo argomento (il fatto che la riforma sia stata una forzatura voluta dalla Lega per patti sottoscritti con Berlusconi) sia stato evitato dalla "controparte" che in altre occasioni si è lanciata con furore in polemiche molto più futili...strano, ma non troppo: forse si sta già ragionando a un possibile traghettamento di voti, deputati e senatori come già avvenuto...non ci voglio neanche pensare, ma oramai sono abituato a sospettare le peggio cose.
L'andamento del voto potrebbe far pensare a uno scaricamento della Lega da parte del Polo, ma il Berlusconi teme probabilmente una emorragia di voti più alta del previsto nel caso di Lega lasciata libera di proporre candidati indipendenti.
Insomma: se qualcosa deve succedere, sarà solo perchè AN e UDC troveranno le palle per dire quello che veramente pensano (e tutti sanno, ma nessuno dice).

Secondo capitolo della valutazione: la vittoria del No e l'Unione.

Se Atene piange, Sparta non ride.
La posizione dell'Unione (dopo la commedia della bicamerale e la riforma del titolo quinto) era francamente scomoda.
E debole.
Provare ad argomentare sulla possibilità di trovare una ampia convergenza su una riforma ancora da scrivere francamente altrettanto tragicomico.
Il risultato, da un certo punto di vista...praticamente il mio, è quasi spietato: la regola dell'elettorato mobilitato dalla televisione e dalle veline viene clamorosamente smentita.
La gente vota il Polo perchè non crede nel progetto dell'Unione, più che per le sirene mediatiche del nano-pelato-perseguitato-anche-dai-magistrati-sportivi-comunisti.
Come tanti votano tappandosi il naso Prodi, altrettanti votano tappandosi il naso Berlusconi...o Casini...o Fini.
E quando c'è invece da votare per qualcosa slegato dagli equilibri di potere, ecco che, finalmente, il naso lo si può tenere aperto e votare a pieni polmoni, e al diavolo le tribunette politiche e i battibecchi.
Insomma: il malcontento che alimenta movimenti come quello di Grillo, non sono proprietà esclusiva delle teste di sinistra, e per cambiare sul serio bisogna riuscire a cambiare registro, sennò saremo eternamente inchiodati a palleggi fra una maggioranza e l'altra a colpi di 51 a 49, prospettiva più tragicomica di tutto il resto.

Terzo capitolo: il Referendum in sè

Il primo referendum da anni che supera il quorum senza richiederlo.
Il messaggio è chiaro: smettetela di romperci le balle con referendum poco chiari, su cavilli e tecnicismi, che non propongono niente e smontano solo, che in fin dei conti non riusciamo mai a capire fino in fondo.
Se il tema è chiaro, se il compito è quello di affrontare un tema generale e approvare o meno una linea ragionevolmente precisa, ecco sì che ci muoviamo, e facciamo sentire la nostra voce.
La politica referendaria va bene se i temi sono chiari, se viene chiesta l'approvazione di un'idea, anche generale, e poi il giudizio sulla concretizzazione di quella idea.
15 referendum alla volta sulla abolizione di leggi, leggine, articoli e comma, che poi lasciano solo, nella migliore delle ipotesi, dei buchi da tappare come nessuno sa ancora...mi sembra che sia uno scenario che non va bene a nessuno.
Con buona pace dei Radicali, che per tante cose ammiro e per altrettante non capisco, mi dispiace ma a quel modo non va bene.
E la gente lo ha detto chiaramente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

^^ ero passata ma nn ho avuto tempo di leggere tutto, x cui avevo solo dato 1 occhiata ^^

ho provato il grana con le pere, nn male, ma nn è 1 dei miei sapori preferiti :P

e x quanto riguarda la discriminazione: pensa 1 pò agli idraulici costretti a girare con l accenno di culo fuori dai pantaloni..che brutta divisa spetta a quella classe d lavoratori! QUESTA è discriminazione XD

passa pure quando vuoi, se trovi qualcosa di divertente ancora meglio :D

un ultima cosa, inerente al tuo intervento: io abito a Pontida, e mai risultato del referendum fu + felice x me :D

Anonimo ha detto...

Non sono molto daccordo sull'ultimo punto.
Non mi pareva che questo referendum fosse molto chiaro. O meglio, che non fosse totalmente palesato.
Nel senso che si, il motivo trainante era noto a tutti ma alcuni altri punti no.
Ho discusso con un po' di persone e mi sono informata privatamente ascoltando le diverse campane (ho questo brutto vizio di volermi documentare super partes, a prescindere, perchè non mi piace avere delle lacune -nei limiti del possibile-) e la conclusione è che mi si parlava solo di secessione. E il resto?
Va beh, queste mie considerazioni perdono un po' il tempo che trovano perchè ormai è stato deciso. E riguardando il numero di votanti diamine se è stato deciso! Bisogna vedere se ne è valsa la pena davvero e quanto ci lasceranno tranquilli...mah...

Ah, giusto per chiosare, non offendere le baite di montagna bresciane (o bergamasche) sai!