martedì, ottobre 31, 2006

Bruno

BrunoDue parole su Bruno Lauzi.
Non sono arrivato a considerare importante Bruno Lauzi per me come lo sono stati altri artisti. Non come, ne sono sicuro, si sarebbe meritato.
Quello che legava me, e credo un bel po' di miei concittadini, a lui era una cosa più istintiva e forse anche un po' campanilistica.
Bruno era il "cantante del borgo", your friendly neighborhood cantante di fiducia.
Bruno era uno di noi.
Bruno lo vedevi in televisione e pensavi "magari ieri era anche lui in via Venti a fare due vasche".
Bruno incarnava l'anima della nostra città, della nostra gente.
Se ci fossimo incontrati a Bali, non ci saremmo mica presentati più di tanto: "Belin ciao Bruno""Belin ma sei anche te di Genova""In realtà son di Coronata""Sempre a fare i secessionisti voi della collina.."
Ecco..me l'immagino così l'incontro che non c'è mai stato.

Grazie Bruno, di tutto. Buon viaggio.

Luciano

Il SegnalibroDi cantautori, di musicisti, ne ho seguiti un bel po'.
Bennato, Dalla, De Gregori, Finardi...insomma più o meno quelli che c'erano.
Ma quello che mi è successo con Luciano è stato da subito un'altra cosa.
Il primo disco mi ha scavato l'anima, mi ha messo di fronte a una scomoda coscienza conto terzi.
Lui aveva avuto i sogni di rock'n roll, ci aveva creduto, ci aveva provato e ci era riuscito.
Io non ci avevo neanche provato, ma i sogni di rock'n roll ce li avevo avuti anch'io.
E per un sacco di tempo è stato il mio riferimento: lui è 4 anni avanti, ce la posso fare.
E mi sono comprato il multieffetti, e il Tascam a 4 piste, e i programmi per il computer, e giù a vederci con il mio amico, suonare, comporre.
Luciano l'ho subito sentito vicino perchè è entrato DAVVERO nella mia vita.
Concretamente.
Poi ne è anche uscito. Non del tutto...però...
1992, arriva la figlia del mio amico, e mi metto insieme a mia moglie, e poi mi sposo, e poi arrivano i bambini...suonare, comporre, registrare bye bye...dietro a cose che io ho messo in prima fila nella mia graduatoria, cosa della quale non mi pento, per carità (prego tornare a "La Vita Rock" e rileggere)...
Luciano è rimasto lì, sotto la cenere di quei fuochi.
Io non sono un fan come tutti quelli del LIgachannel, e non lo dico per supponenza, lo dico con un po' di vergogna e con molto rispetto.
Non conosco tutte tutte le sue canzoni, non conosco tutti i suoi testi.
Oh, ne conosco un bel po', e sto recuperando, ma a volte mi sento un po' a disagio in mezzo a chi "vive" Luciano con una intensità che io non raggiungo.
Io non ce la farei a pensare di fare 4, 5, 6 date dello stesso tour o anche di più.
Vabbè.
Quest'inverno che succede? Dopo un tot di anni abbastanza travagliati (cambi di lavoro, alcuni MOOOLTO pericolosi, traslochi etc. etc.) e dopo che la scorsa estate un po' mi era rimasta in gola la voglia di Campovolo, ecco che quasi per caso uno qua in ufficio mi fa "Vuoi mica il biglietto per il LIga a Marzo al Mazda?"...certe occasioni non bisogna perderle. Solo che poi quelli che sono andati si dimenticano di prenderli, e oramai il dado è tratto, e la voglia è troppa, e allora ci si sbatte, si cerca e i biglietti saltano fuori.
E poi la gamba si strappa, macchissenefrega, al concerto ci vado con la stampella.
E quello che era sotto la cenere viene ravvivato dal vento del concerto.
Al concerto Luciano parla del Ligachannel, e così lo scopro.
E sai che succede?
Che mi sento a casa.
Che ci sto dentro.
Ed eccomi qua.
Con le foto come screensaver, con il "segnalibro" sul desktop, con la cuffia alla testa per ascoltare Ligachannel Radio tutti i giorni.
Con una "Family" che mi ha adottato e che mi sopporta. A volte mi sento quasi un intruso, ma ci sto dentro anche lì.
Luciano continua a far parte della mia vita.

Concretamente.

Io odio Halloween

Linus e il Grande CocomeroNon fraintendetemi...non voglio mancare di rispetto a una classica festa anglosassone.
Anzi...
Fossi dalle loro parti festeggerei insieme a loro e parteciperei gioiosamente alla loro tradizione. Figurati...proprio io che sono cresciuto insieme a Linus, Patty e Charlie Brown aspettando il Grande Cocomero nel campo di zucche...
Odio il fatto che abbiamo importato Halloween tramite la Disney, MC Donald e Giochi Preziosi.
Che i miei figli si debbano sentire degli sfigati perchè a Genova non è proprio che si possa andare in giro per palazzi a fare dolcetto/scherzetto.
E non è un fatto culturale, non è che mi dia fastidio che altre culture si vengano a mischiare con la nostra.
O forse questo è semplicemente il "nuovo" modo in cui succede, e io sono semplicemente un po' antiquato...
Vabbè, checcivoletefare, sono antiquato: odio Halloween.

venerdì, ottobre 27, 2006

Il Grande Passo

Capita che uno si ritrovi a fare cose doppie nella vita.
E così prima non riesce a tenere neanche uno straccio di diario, e poi si ritrova ad averne persino due.
Uno doveva essere quello "privato", l'altro quello pubblico, per confrontarsi con la gente, per vedere cosa avrebbero scritto di quello che mi passava per la testa.
In realtà da molto tempo erano semplicemente uno la copia dell'altro.
Così ho deciso, proprio oggi, di far diventare "pubblico" anche l'"altro" mio blog, che potete trovare seguendo il seguente link

http://marcosilveri.spaces.live.com

Per un po' manterrò aggiornati i contenuti su tutti e due i siti, l'ho fatto per tanto tempo, posso farlo per altrettanto...
Credo che poi mi trasferirò definitivamente dall'altra parte, un po' perchè è più facile fare alcune cose, ma soprattutto perchè quello è l'"originale", e questo la copia.
La scelta bisogna farla, e questo, tutto sommato, conta.
Però Elucubridee non lo chiuderò mai.
Annuncerò quando il trasferimento sarà effettivo, ma lascerò che sia possibile trovare la strada giusta attraverso di lui.
E di tanto in tanto, magari, aggiungerò qualcosa, anche in esclusiva...
Per ora...al prossimo post.
(Questo è il primo post diverso fra i due blog....oh beh...proprio un momento importante...che diamine)

martedì, ottobre 24, 2006

Alter Blog Post #3

Ma cambiamo poi veramente?
Cioè: impariamo un sacco di cose, cambia il modo in cui vediamo le cose, come agiamo, come decidiamo....ma noi cambiamo veramente?
Quando penso a quando avevo 16 anni mi sembra in fondo di essere ancora esattamente la stessa persona.
A volte ho questa sensazione quando i miei ricordi tornano alle partite nel cortile dell'asilo, quando emulavano la sfida Germania - Olanda, la finale dei Mondiali (sì, sì, 1974, 9 anni): il mio idolo era il Kaiser Franz Beckembauer.
E facevo sempre lui.
Cioè: mi sembra proprio che ero già tutto lì, gli stessi occhi che guardano il mondo.
Con ancora tanta, tante cose da imparare, ma già lì.
E poi guardo mio figlio, che ha 9 anni.
E mi prendono delle scosse di terrore puro: non è già più il tuo bambino.
E' già il Matteo che a 40 anni penserà a quando andava con il monopattino sul terrazzo, e che era già lì anche lui...
Come riuscirò a non farlo scappare da me, come ho fatto io creando quel vuoto apparentemente incolmabile che mi ha fatto dire a 16 anni "non vedo l'ora di avere 18 anni così posso andare via di qua"?
Terrore...puro terrore.
P.S. Poi non sono scappato.
E molto dopo ho capito.
Quel vuoto, però, non si è mai riempito del tutto.
E fa male ancora adesso.

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Un gruppo di ragazzi sparpagliato lungo la strada nella vallata silenziosa.
Zaini enormi sulle spalle, una parete rocciosa sulla destra, un lago artificiale sulla sinistra.
In cima al gruppo i 3 più lesti hanno un grande distacco, ma la fatica non risparmia nessuno.
E in mezzo al pomeriggio, nel pieno delirio del caldo, del sudore, del respiro forte uno fa:"Ma dove cazzo è 'sto cazzo di paese?" e uno degli altri due, senza esitazione:"Eccheccazzonesò?"
Segue silenzio.
E passi.
E respiri forti.
Scusa Disgui per averti rubato un po' di spazio per questo frammento di vita che, non so sinceramente per quale motivo, io (il chiedente) e il mio migliore amico (il rispondente) ci ricordiamo così bene.
Tutto sommato non sembra niente di speciale.
Invece, evidentemente, lo è.
E letto il post la tentazione è stata troppo forte....

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Era l'inverno del primo grande cambiamento emotivo.
Un perdiodo buio.
Forse il più buio.
Quella volta sono state poesie, se così possono definirsi.
Poi i 2 anni lontano da Genova.
E quella volta sono state canzoni.
Ora invece scrivo.
Invettive, mini racconti, considerazioni, fotografie di stati d'animo.
E' sempre quando sei in bilico che senti il bisogno di esprimerti...forse mi sento in bilico da un po'.
Forse SONO in bilico da un po'.
Forse ci resterò per un bel po'.
Speriamo non per sempre.

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"Come va?"
"Mah..così così"
"E come mai?"
"Ma niente....non ti preoccupare..."
"Cos'è..il lavoro?"
"Ma no...figurati..quello sempre il solito..e.."
"Allora i bambini!!"
"Ma no...loro stanno bene..ma non ti preoccupare..è solo un momento un po'"
"Tua moglie!! Hai problemi con tua moglie!! Ti fa le corna???"
"Ma che dici!! Ma figurati...non è l.."
"Allora gliele fai te!! Ti sei innamorato di un'altra, eh??
"Ma che piffero dici...sono solo un po' giù..sarà la sta.."
"Cazzo, hai fatto degli esami?? Ti hanno scoperto qualcosa??? Dimmi!!!!"
"..."

"Come va?" "Benisssiiiimoooooo"

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Ai concerti si trova sempre qualcosa.

Fine concerto della Mannoia, fendo la folla che sta uscendo contro corrente, arrivo fino a sotto il palco e urlo al mio idolo: "Lucio, Lucio me lo fai l'assolo d'inizio di Mangiafuoco? Saranno vent'anni che non lo sento!"
"Eh sì...venti...anche di più..." fa lui...
"Cazzo Lucio, ma ci vogliamo proprio fare del male a vicenda..."
Sorriso...

Fine concerto di EELST.
Appaiono "on the side" alle transenne, in questa discoteca di Albenga.
Ci si intrattiene, si fanno 2 discorsi.
"Vi ho visto una sera al Tangram""Ma..il baseball?" e alla fine ti resta il biglietto del concerto con gli autografi di tutti...sì...proprio di tutti...anche di Feiez

Durante il concerto di EELST...un altro...qualche anno dopo.
Cesareo è uscito da uno degli assoli con uno dei due ciuffi un po' scomposto.
Io e il Curadun a quel punto ci scolleghiamo dal concerto e ci diamo da fare per attirare l'attenzione.
Urliamo "contro" tutti, tra un pezzo e l'altro.
Cesareo ci sente, ci guarda, si mette a posto il ciuffo, chiede se è tutto ok...tutto ok...possiamo tornare al concerto tutti e tre...

Eddie Vedder E' bellissimo.
Lui e Dave Gunn sono quelli che mi mancano di più...più di Vasco, a essere onesto.
Vedrò di tappare i buchi.
Sono stato a lungo innamorato di Olivia Newton-John, ma non credo che sia proprio la stessa cosa...e ho aspettato che il Millenium Falcon mi venisse a prendere per mesi dopo che ero uscito dal cinema del centro...

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Non ne ho fatti molti.
In effetti di traslochi veri e propri solo uno.
Me la ricordo come un'esperienza devastante...per un pigro come me, il peggio del peggio.
Da un altro punto di vista credo di avere nascosto dentro di me l'animo del nomade.
Non so chi si ricorda il pezzo, ma Paul Young agli inizi aveva fatto una cover di un pezzo di Marvin Gaye esemplificativo...faceva così:"Wherever I lay my hat...that's my home"
Questa è la sensazione che mi ha accompagnato il giorno che mi sono sposato (mi sono reso conto che stavo lasciando il mio letto solo quella mattina, e alla sera casa mia era già l'altra) e anche quando abbiamo traslocato nella casa nuova.
Ma anche in tutti i viaggi che ho fatto.
Ho visto posti che mi sono piaciuti di più e posti che mi sono piaciuti di meno, posti "compatibili" con la mia natura di ligure e posti meno, ma in tutti o quasi ho avuto la sensazione che sarebbero potuti diventare la mia casa.
Chissà quando dovrò di nuovo confermare questa mia...attitudine...
Comunque, cara Luna, tutto sommato...non ti invidio.
Scatole, scatole, scatole......aaaaarrrrghhhhhhhh

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Belin Disgui, hai detto una cosa FON-DA-MEN-TA-LE, una delle basi del mio essere "padre".
I bambini non chiedono, aspettano giustamente che sia chi deve farlo a scegliere la prossima cosa da imparare.
E poi fanno finta che gli dia fastidio, che non ne hanno voglia.
E allora devi imparare a capire dov'è il limite fra esagerare con la forzatura e lasciar troppo perdere.
E' così, un pezzo alla volta, che mio figlio scia, è andato a vedere un concerto, a camminare sui monti, a nuotare in piscina e in giro con la maschera a vedere i pesci.
Non mi ha mai chiesto di andare a Gardaland, e io non ce lo porto, preferisco i brividi veri a quelli di plastica.

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Vedi Disguido...quello è il motivo per il quale periodicamente sul mio blog metto un collage dei miei commenti negli altri blog...

Pensa che io ho provato a giocare a pallacanestro...e anche a salire su un palco con la chitarra...Vabbè...

Ecco, mi scuso un po' con Elettra perchè userò questo spazio SUO sì per parlare dell'argomento che ha introdotto, ma sostanzialmente per discutere con il Disguido (oh...non ce la si fa..noi si parla sempre conto terzi).
Un po' quello che hai scritto mi ha colpito, nel senso che mi sno sentito coinvolto.
Ho deciso che non avrei fatto l'università già alle medie, e per quello mi sono sobbarcato le oltre 30 ore di un Tecnico Industriale e....sì..ce l'ho fatta. 60/60, militesente, lavorante già l'Ottobre dopo il diploma.
E poi da sempre ho desiderato mettere sù famiglia.
C'è voluto un po', ho fatto praticamente dall'inizio il fidanzato perenne, ma alla fine...sì...ce l'ho fatta..
Ma non mi sento realizzato, non credo di aver vissuto una vita banale e non vivo male.
Forse perchè comunque ho sempre avuto la tendenza a mettermi in discussione e a fare le cose giorno per giorno, anche se gli obiettivi erano ben chiari..
Non so se sono riuscito a esprimere quello che volevo dire...gli è che quello che hai scritto mi è sembrato mettesse un po' troppo sotto una cattiva luce chi, per qualche cosa, "ce l'ho fatta" lo può dire...e non per fare il secchione, il sono tutto io, l'idolo delle folle...solo perchè ne è intimamente e sinceramente contento e un filino orgoglioso.
Continuo comunque a mettermi in discussione, anche pesantemente, proprio di questi tempi.
E a pensare che prima o poi scoprirò quello che farò da grande...

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Aggiungerò una inutile lista di inutili citazioni musicali, perchè mi va.

"Servi della gleba a testa alta verso il triangolino che ci esalta"
"Le donne lo sanno da prima quand'è primavera"
"Siamo donne, oltre alle tette c'è di più" (scusate, ma la Salerno che parla di gambe non ce la vedo...)
"Siamo così, dolcemente complicate"
"Prendi una donna, trattala male,...e quando la chiami, fallo come fosse un favore"
"Diamond are the girl's best friend"
"A material, a material, a material girl"

...e finirò con una citazione cinematografica, che la dice lunga (da Sliding Doors):

Lui all'amante:"Ma tu mi avevi detto che non ti importava che io lasciassi mia moglie!!!"
Lei:"Svegliati!!! Io sono una donna!!! Mentivo!!!!!"

Appoggio La Gatta al 100%, e le concedo di vederla dalla sua parte...che diamine, siamo diversi o no?
Il vero problema è che c'è chi non lo accetta, non lo capisce, non si rassegna...e continua a chiederti di andare al Centro Commerciale al Sabato pomeriggio per fare un giro.....AAAAAARGGGGGHHHHHHHHHH!!! ;-))

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CI SONO ANCH'IO!!!!
Io sono il rancoroso rantolante che odia tutti quelli che provano a passare avanti anche di un solo posto, con il bazooka sotto l'impermeabile pronto a incenerire "quello-che-deve-chiedere-solo-una-cosa", che sorride ammiccante con occhiate d'intesa all'addetto allo sportello al quale in maniera complice fa capire che lui è dalla sua parte, lo comprende e che "non-è-mica-come-tutti-gli-altri-lui"...se fate attenzione lo noterete dietro al gruppetto, con le gote arrossate mentre guarda nervosamente l'orologio e armeggia sotto l'impermeabile...forse per caricare il colpo...

mercoledì, ottobre 11, 2006

Jarno e il vento di Genova

Jarno è uno di quelli della crew del Liga.
E' uno di quelli che fanno sù e giù per l'Italia con lui.
E' uno di quelli che tiene vivo il rapporto con noi fan.
La mattina dopo il concerto del 9 Ottobre al Carlo Felice è stato intervistato al telefono appena svegliato perchè potesse raccontare le sue impressioni sul concerto della sera prima.
Si è un po' lamentato del vento.Mi sembrava giusto scrivergli. Sapete com'è, il vento dalle mie parti ce l'abbiamo nel sangue e nelle ossa.
Ecco qua.

Caro Jarno, non conosco altro modo di scriverti, e così lo faccio qua...che poi quello che scriverò servirà anche agli altri.Ho sentito sulla LigaChannel Radio le tue impressioni sul concerto del Carlo Felice, che sono precedute con uno squillante "ma quanto vento c'hanno 'sti ragazzi qua?!?!?" o qualcosa di molto simile.
Ora: c'è sicuramente qualche velista e qualche vecchio pescatore che saprebbero declinarti tutte le variabili dei venti del Golfo di Genova, ma semplificando...a Genova abbiamo tre tipi di vento.

La Tramontana

Tutto quello che arriva dai monti la chiamiamo Tramontana.
E' il vento teso, secco e gelido che rende il mare una tavola scura, l'orizzonte una linea precisa lontanissima, i colori vividi e limpidi.
E' quello che ti fa incontrare la Corsica se sei nel posto giusto, e che ammassa nuvole e nebbia contro le montagne a ridosso del mare per dissolverle non appena passata la cresta.
E' quello che gela la punta del naso, ti fa arrossire le guance e che quando avvicini le chiavi alla macchina fa uscire delle scintille che ti si illumina tutta la portiera...

Lo Scirocco

Poi c'è lo Scirocco.
Lo Scirocco è quel vento indolente e pigro che, detta bella chiara, porta il tempo di merda.
Aria pesante e umida, pioggia mai decisa fino in fondo, respiro ansimante d'estate e fastidioso d'inverno.
Lo Scirocco porta la maccaia, il cielo si condonde con il mare e tutto diventa quasi grigio, quasi...perchè come ebbi a scrivere un po' di tempo fa "Genova è bella anche se non c'è il sole, perchè ha colore anche quando piove".
Lo Scirocco è triste e malinconico.
Lo Scirocco ci fa passare la voglia di guardare lontano.

Il Libeccio

E poi c'è il Libeccio.
E con lui le Libecciate.
E' il vento ribelle e potente che spazza tutto quello che trova.
E' il vento di tempesta, delle grandinate, dell'acqua che travolge.
E' il vento dei rami spezzati, delle vele strappate, delle bandiere a brandelli, delle gonne sollevate e degli ombrelli distrutti.
E' il vento che vedi arrivare sul mare da lontano, e che inesorabile ti colpisce proprio un attimo prima di quando avevi deciso di metterti al riparo.
E' il vento bastardo che ti fa paura se non lo conosci perchè lui per primo non si fida di te.
Forse è il vento più simile a noi, gente di Liguria.

Ecco qua: ora sai un po' più cose su tutto il vento che ci tocca.
Mi è venuta in mente una rima così banale che mi meraviglierei se nessuno ci avesse pensato prima, ma io non l'ho mai sentita:

"A noi la nebbia non ci prende
abbiamo il vento che ci difende..."

Ciao Jarno, torna più spesso, ora il vento sai com'è...

martedì, ottobre 10, 2006

Un tempo per (ieri sera il Liga e Matteo)

Genova, Teatro Carlo Felice, 9 Ottobre 2006

È inutile che ve lo stia troppo a menare...ieri sera il protagonista nei miei occhi e nella mia mente non è stato Luciano...ma Matteo..mio figlio.
Per chi non fosse stato attento, visto che ho rotto un bel po’ nel Ligachannel e anche qua, ieri sera Matteo ha visto il suo primo concerto, e allora ve lo racconterò dal suo punto di vista, o meglio da come io l’ho visto durante la lunga serata...
Entriamo a teatro, e appena arriviamo alle nostre comode poltrone la tensione si scioglie, e gli si stampa in faccia un sorriso a 32 denti, affascinato dal quel grande “cinema”, da quelle facciate con finestre e poggioli, da come chi il teatro l’ha pensato abbia portato la piazza, la città “dentro”.
E poi le luci, la gente...sembra tutto scintillante...bello.
Ascolta curioso e attento i primi due pezzi dell’ospite speciale, dibattendo con me se il secondo, che abbiamo riconosciuto, facesse parte di una colonna sonora di un film o di uno spot pubblicitario.
Poi le luci si spengono di nuovo, entra Luciano da solo, e ci racconta perchè siamo tutti lì...
Il sorriso di spegne, diventa una espressione attenta e un po’ stupita, rapita dall’atmosfera, dai suoni, dalle luci, dalla sua voce.
E piano piano canta anche lui...
Ogni pezzo che si aggiunge, Pagani e i suoi strumenti, tastiere, batteria, contrabbasso e chitarre, ogni nuova luce che si accende, sono per lui fonte di nuove meraviglie.
Si entusiasma quando il pezzo lo conosce, un po’ ci rimane male quando scopre che tante non le conosce, d’altronde è più giovane di molte di quelle canzoni..e poi non è mica colpa sua...
Certo, la stanchezza si fa sentire, e ogni tanto si abbandona con la testa sulla spalla di suo padre e di sua madre...ma le energie ritornano quando sente che può partecipare anche lui, quando anche lui si sente “dentro” lo spettacolo.
E gli esplodono dentro quando, alla fine, c’è da cantare, urlare, saltare e battere le mani, insieme a tutti gli altri...
Alla fine il sorriso stampato è ancora più grande.
Il destino ci fa scortare il pulmino del Liga e della band fino all’autostrada, e così la sua serata si chiude con una emozione privata, unica, riservata solo a lui: girato verso le luci del Mercedes sulla Sopraelevata, a salutare chi sta tornando a casa come lui...che di strada ne deve fare un bel po’.
E poi buonanotte, stanotte anche lui ha da fare dei sogni di rock’n roll...

lunedì, ottobre 09, 2006

Stasera

Mio figlio (9 anni) stasera farà il suo esordio a un concerto guardando e ascoltando Luciano Ligabue, a teatro, al Carlo Felice, a Genova.
Ovviamente l'ho dovuto mettere davanti al fatto compiuto, e all'inizio si schermiva tipo "ma non ne ho voglia" "ma mi annoio"...tutto previsto.
Poi ha cominciato a chiedere di sentire "Piccola stella" quando lavoricchiavo al PC e loro giocavano dietro di me allo studio.
E poi ha cominciato a chiedere il CD di Ligabue in macchina.E poi ha cominciato a non dire più che non ne aveva voglia.
E poi ieri sera fa:"Ma il concerto è domani sera? UAU...papà...forse hai fatto bene a comprare il biglietto..."
Non sta nella pelle.
E io non sto nella pelle per lui, più che per me..

giovedì, ottobre 05, 2006

Medioriente

Affronterò un argomento che è connesso con il post precedente, ma non direttamente, e sicuramente ancora più delicato, perchè va a toccare uno dei buchi neri della coscienza collettiva che forse non si chiuderà mai...che forse è giusto che non si chiuda mai.
La mia sensazione è che siamo e resteremo un bel po' ostaggi del popolo ebraico e di Israele.
Se dici qualcosa che va leggermente contro corrente vieni immediatamente accusato di antisemitismo, cosa che aborro, così come aborro tutte le ideologie razziste, naziste etc. etc.
Considero assolutamente imbecille discriminare delle persone per la loro appartenenza a un popolo o a una cultura.
Chiarito questo, trovo veramente difficile accettare l'atteggiamento che ha Israele nei confronti del popolo palestinese e come l'opinione pubblica invece lo consideri cosa legittima e giusta.
Lungi da me l'idea di giustificare il terrorismo e l'utilizzo di qualsiasi forma di violenza.
Ma troppo spesso ci dimentichiamo come, un bel po' di tempo fa, qualcuno si è arrogato il diritto di prendere un bel po' di gente, strapparla dalle proprie case, dalle proprie terre, confinarle semplicemente dicendo:"Ora quella non è più casa vostra, non è più la vostra nazione, non è più la vostra terra: si chiama Israele"
Come se fossero stati loro la causa della diaspora prima e dell'olocausto dopo.
Come se fosse necessario per lavare la coscienza di chi era stato a guardare troppo a lungo quello che stava succedendo senza intervenire.
Se è vero che lo stato di Israele è stato giusto crearlo e deve essere salvaguardato, bisogna farlo senza dimenticare cosa è stato strappato, negato, rubato a chi era prima dove adesso c'è proprio quello stato.
Se si dimentica quello e si preferisce utilizzare la forza, quello che tornerà indietro è solo violenza.
Cosa che è ampiamente dimostrata da tutto quello che è successo in questi anni.
La questione medioorientale è risolvibile solo se ambo le parti capiscono che con i fucili e le bombe non si va da nessuna parte.
Che c'è abbastanza spazio per tutti, e che le faide bisogna metterle in cassetto da ciudere a chiave e per sempre.
Mentre lo penso, e lo scrivo, mi rendo conto di quanto sia difficile, di quanto era stato fatto nella giusta direzione, di quanto siamo tornati indietro.
E a quanti si fanno paladini dell'avanzato occidente cristiano vorrei chiedere una semplice cosa: se invece che la Palestina, come terra dove impiantare Israele avessero scelto la Pianura Padana...dove saremmo ora?
Chi sarebbero i terroristi?
Chi gli integralisti?
Come sempre succede, è molto più facile estremizzare che moderare, litigare che collaborare, parlare che ragionare.
E sparare.
E uccidere.

Undicisettembre

Sono argomenti complessi e scottanti quelli che sto per affrontare.
Ci vorrebbe molta cautela, non so se ce la farò a mantenerla.
La tragedia dell'11 Settembre mi ha colpito molto da vicino.
Lo so, ha colpito tutti.
Ma io avevo qualcuno là.
Mio cugino lavorava nella trading room di Merryll Lynch, proprio in WTC Plaza...proprio a Ground Zero.
Proprio lì.
Ero in ufficio, una giornata come le altre. E qualcuno ha detto quello che stava succedendo.
Mi ricordo che nella mia testa tutto è cominciato a diventare surreale. Ho chiamato mio fratello, che era andato a trovare mio cugino da poco, per farmi rassicurare:"Ma il suo ufficio non è al WTC, vero?" "Certo che è lì, proprio dentro a una delle due torri, perchè?"...Lui non sapeva ancora.
E allora, più che surreale, tutto mi è sembrato grottesco.
La riunione nella quale stavo discutendo di un interessantissima opportunità, le battute, i discorsi...tutto lontano, ovattato.
Poi mi ha telefonato un altro cugino, il romano:"Tutto ok, è riuscito a uscire per tempo, è a casa di amici nel Village..."
Bene.
Ma quelle ore non me le scorderò mai.
E'successo quello che è successo.
Nel corso del tempo mi ricordo di aver pensato due cose, sempre comunque restando convinto che tutto quello che ci era stato detto era sostanzialmente vero.
La prima, ne avevo parlato mesi dopo con un mio amico in una classica serata da meditazioni sul senso della vita e sul futuro dell'universo, era che guardando le cose da un punto di vista oggettivo e razionale, rimuovendo del tutto la componente emotiva, un po' come se un extraterrestre avesse analizzato le cose come noi facciamo con gli animali, le conseguenze geopolitiche degli attentati erano state sostanzialmente due: gli Stati Uniti avevano potuto fare quello che volevano in Afghanistan senza che nessuno potesse dire niente (e poi è successa la stessa cosa in Iraq) e Israele, approfittando della generale distrazione di massa, aveva mandato all'aria il processo di pace in Palestina.
Durante la discussione ambedue ci chiedevamo se eravamo gli unici folli o c'era qualcun'altro che se ne era accorto, e avevamo ambedue la stessa sensazione: non pensavamo che fosse possibile che tutto fosse stato pianificato ed eseguito a proposito, ma se si fosse scoperto che qualcuno sapeva, aveva lasciato fare e si era lasciato sfuggire la situazione di mano...non ci saremmo sorpresi poi così tanto.
La seconda, molto più istintiva e "leggera", sempre che il termine sia adeguato alla situazione, era che quanto successo alle due torri dimostrava che gli ultrafighi e strapagati demolitori che passavano settimane a preparare accuratamente la posizione delle cariche esplosive e la sequenza di accensione, il tutto per far implodere un palazzo in quei modi così spettacolari, efficaci e soprattutto senza rompere i coglioni ai palazzi vicini, potevano tutti quanti andare in pensione: prendete un aereo, sbattetelo a caso contro il palazzo che volete buttare giù, et voilà...verrà giù bello preciso come il sole.
A quei tempi, del terzo grattacielo crollato non ne sapevo ancora niente (come molti di noi...peraltro).
5 anni dopo le cose sono un po' cambiate.
Certe idee non sembrano poi così "incredibili", anche se rimangono perlomeno difficilmente (emotivamente intendo) accettabili.
Certo che che ce ne sono altrettante difficilmemte credibili, che hanno fatto sorgere in sempre più persone delle domande che sono rimaste senza risposta.
Proprio in questi giorni sono approdati in televisione diversi servizi, documenti, interviste che riguardo l'11 Settembre mettono in serio dubbio la versione ufficiale dei fatti.
E adombrano una possibile macchinazione governativa proprio per rendere possibile le cose inevitabilmente successe dopo.
Prima di andare oltre: ho letto e mi sono documentato molto, prima che tutto finisse n televisione. Ho letto e visto molti dei documenti dei cosiddetti "complottisti" (anche se, in uno dei documentari, giustamente viene ricordato che "complottista" è chi il complotto lo mette in atto, e non chi tenta di smascherarlo) e anche un documento molto completo di "debunking", cioè di "smontaggio" delle tesi di chi mette in dubbio la realtà come ci è stata raccontata.
Mi sento di esprimere un parere, quindi, se non proprio perchè perfettamente informato, perlomeno come una persona che si è interessata, che non ha alcun motivo per essere anti-americano per forza, e che si è informata prima di "costruirselo".
Perchè mi sono informato e perchè voglio scriverne?
Perchè ritengo un mio diritto e un mio dovere essere informato e poter esprimere pareri, anche su cose che vanno molto oltre le mie competenze e funzioni in questo mondo, ma soprattutto per quelle ore che ho passato pensando che mio cugino fosse sotto quelle macerie, e per tutte quelle persone che non hanno avuto un lieto fine a quella storia come me.
Io sinceramente non so a che livello la cosa sia stata organizzata o semplicemente "controllate e guidata". Ancora faccio fatica ad accettare che un governo decida di sana pianta di mandare al macello alcune migliaia di persone solo per scatenare un'onda emotiva che gli permetta di fare quello che vuole.
Ma ritengo ancora più incredibile quello che ci hanno voluto far credere.
E se i parenti delle vittime per primi sono tra quelli che si sono accorti di qualcosa che non quadrava nel prima, nel durante e nel poi, e hanno posto ufficialmente delle domande che non hanno ricevuto alcuna risposta, allora penso che forse così strampalate e incredibili certe idee non lo sono.E il fatto che in Italia si sia saputo dei dubbi dei parenti delle vittime solo attraverso canali "non ufficiali", rende ancora più inquietante il tutto.
D'altronde anche in Italia abbiamo storie che non possono essere raccontate, altre che sono venute fuori solo perchè c'è chi si è sbattuto per farle venire fuori.
Vogliamo parlare del Vajont?
O di Ustica?
Ma quelli, nel bene o nel male, sono comunque "incidenti".
Questo ha tutta l'aria di non esserlo.
Uno dei problemi di questa storia è che non è più possibile pensare di fare un ragionamento oggettivo e trasparente.
Se la pensi in un modo sei un fascista/imperialista/amicodibush, se la pensi nell'altro sei comunista/anarchico/terroristamusulmano.
Lo trovo estenuante.
Quello che potrebbe essere successo l'undici settembre mi fa paura, più del fatto in sè.
Di questo, più che del terrorismo, ho paura.

lunedì, ottobre 02, 2006

Good Night...and Good Luck

2 settimane fa ho visto "Viva Zapatero".
Il film vive di una popolarità "sotteranea", di un passaparola quasi carbonaro.
E'un film coraggioso, sullo stato della libertà di parola e della censura in Italia.
Di fatto un film ignorato dai mass-media e dal mondo dorato (insomma...argentato, via) della cinematografia italiana.
In effetti un film-documentario...insomma...non proprio così spettacolare.
E meno male che c'è..
Ieri sera ho visto "Good Night And Good Luck" di George Clooney (che mi sta sempre più simpatico..e non ho ancora visto "Syriana").
L'ho trovato splendido come film.
Asciutto, essenziale, mai monotono, mai sopra le righe, spietato.
E splendido come storia. Una storia vera.
E' un film scomodo, mette a nudo un periodo buio della storia americana, mette a nudo la coscienza sporca di quella che dovrebbe essere la Terra degli Uomini Liberi, la Casa dei Coraggiosi...
E' un film che sfida la stampa allineata, che accusa in modo preciso persone realmente esistite.
E' un film che è stato candidato all'Oscar, come miglior film e un sacco di altre cose.
Questa è una delle classiche contraddizioni del mondo statunitense, croce e delizia di chi lo guarda come un riferimento non sempre per forza negativo.
Il paese di Bush è anche quello dove si può accusare l'amministrazione di avere occultato notizie e prove e forse addirittura complottato per arrivare all'evento che ha cambiato la storia recente di tutto il mondo e andare in televisione a dirlo.
Dove chi fa film-documentari li può portare a Cannes e vincere la Palma d'Oro, non dover contare sui circuiti alternativi e sul passaparola.
Consiglierei a tutti i dirigenti di tutte le televisioni, quelle che ci riempono di reality (ma quanti ce ne sono contemporaneamente ora in giro?), di ascoltare attentamente il discorso finale del protagonista, una analisi spietata della televisione degli anni '50 ma che, incredibilmente....quasi, calza a pennello nello scenario dei giorni nostri.
E poi guardare e riguardare "Viva Zapatero" e provare a pensare a una televisione diversa, a un utilizzo di quel mezzo più dignitoso, e più coraggioso.
Per ora sono contento di "Anno Zero", di "Report" e di "Che Tempo Che Fa".
Ma spero tanto che non siano i fuochi d'artificio per abbagliarci e far passare un po' di tempo per tornare al solito tran tran, ma una vera inversione di tendenza.
Per ora...buona notte...e buona fortuna.