giovedì, novembre 23, 2006

Mi ricordo

Continuo incessantemente
a muovere i miei pensieri in avanti

Percorro paziente tutte le strade
che si dipanano da questo presente
Che dipendono dalle scelte
mie e di altri
dalle stagioni
dalle idee bizzarre del destino
da fortuna e sfortuna
dal vento e dalle ali di una farfalla

Continuo incessantemente
a farmi delle domande
a cercare delle risposte
senza pretendere che siano sempre giuste

E quindi disegno, tinteggio, coloro
un affresco in movimento

Io mi ricordo già
tutto quello che sarà

Istinto di sopravvivenza

Faccio fatica a metterlo in una casella temporale.
E' scritto sul retro di fogli di un blocco note usato ai tempi delle superiori (dove si possono ritrovare alcuni appunti di radio elettronica) e quindi non penso che vada oltre i primi mesi di lavoro appena dopo il diploma.
Da non molto la fantascienza aveva virato verso scenari molto più cupi e realistici del far west galattico di Guerre Stellari, Ridley Scott principalmente ci aveva svelato con Alien e Blade Runner un futuro pieno di sporco, buio e incubi dietro agli angoli. Ovviamente ciò ha influito nella nascita e nello sviluppo dell'idea di "Istinto di sopravvivenza". Non è un caso che "Blade Runner" sia ancora in cima alla lista dei miei film preferiti e che le parole di Roy Batty, che sanciscono il definitivo crollo della sottilissima parete che sta fra i buoni e i cattivi, siano lì a piè pagina, a dare una brutale sentenza a tutte queste parole scritte.
E' un racconto immaturo, incompiuto, "giovane" perchè scritto da una mente ancora giovane. Ma quando l'ho riletto non mi è venuta voglia di buttarlo via (come altre cose che mai e poi mai riverserò qua) e tutto sommato bisogna vedere se la stessa testa non più così giovane e con molta più esperienza sarà capace di mettere una dietro l'altra le parole necessarie a scrivere un racconto compiuto. Diciamo che almeno lo sforzo di riassettare qualcosa qua e la lo farà.
E quindi...eccolo qua.

Era ormai trascorso parecchio tempo
da quando il Gran Consiglio aveva deciso di sostituire gli elementi più pericolosi con dei "cloni-robot", delle perfette copie che li sostituissero e che non generassero sospetti a quelli del Mondo Esterno.
La sostituzione avveniva con un rituale che nessuno, per paura di provvedimenti del Gran Consiglio, aveva mai tentato di interrompere, certi che loro non erano e non sarebbero mai entrati nella lista.
La "copia" arrivava quasi fuoriuscendo dal nulla e si presentava al "condannato", che invariabilmente reagiva recuperando una arma di difesa, tipicamente la sua pistola laser, e puntandola contro la sua immagine, rimanendo per un lungo e fatale momento sconcertato davanti a un se stesso camminante. La "copia" "durante" quel momento cominciava a ripetere con monotonia ipnotizzante una litania destinata a neutralizzare qualunque tentativo di ribellione.."Io sono te. Non puoi spararmi. E' impossibile. Sono uguale in tutto e per tutto. Io SONO te."..e infatti lo erano, copie perfette in ogni aspetto, comportamento, ricordo, pensiero, a parte la necessaria indifferenza verso l'originale, necessaria per poterlo eliminare senza esitazione e rimorso...ah...e ovviamente senza alcun istinto criminale, violento o no che fosse.
Gli occhi della "vittima", o "condannato"..fate un po' voi, si bloccavano, fissi verso l'infinito, verso un punto dove forse fuggire da una fine apparentemente ineluttabile. A quel punto la "copia" agiva, disintegrando l'originale e prendendone il posto.
In realtà non si sapeva se la procedura fosse infallibile, se tutte le copie avevano portato a termine il loro compito sostituendo i rispettivi "originali".
Che si sarebbero ben guardati dall'annunciare di aver con successo eliminato la copia, rimettendosi in lista per una futura eliminazione. Inoltre l'"incontro" avrebbe avuto un immediato effetto calmierante sulla psiche del "condannato", che in caso di sgarro da una condotta irreprensibile, avrebbe annunciato al mondo la necessità di una nuova "copia".
Questo fatto, oltre che indimostrabile e apparentemente mai avvenuto, rendeva il Gran Consiglio assolutamente indifferente sul tema: comunque la procedura in qualche modo funzionava,sia che sortisse il suo effetto, sia che dovesse essere ripetuta, e mai lo era stata.

Joe pensava che fosse strano che nell'uomo non esistesse un "programma analogo", un insieme di nervi e lampi di luce che potesse renderlo capace di reagire in quella situazione.
Ci pensava spesso, la questione per lui era importante.
Un poco di buono come lui sarebbe finito prima o poi nella Lista, non che ci fossero molti dubbi.
Giusto di quello stava pensando, camminando a testa bassa lungo la strada bagnata, guardando i piedi schizzare l'acqua e il suo riflesso frastagliato apparire e sparire nelle pozzanghere.
Uno di questi riflessi lo colpì...era nel posto sbagliato.
Alzò lo sguardo e si vide.
Con un balzo all'indietro riuscì a estrarre la sua pistola e a puntarla, proprio verso la "sua" faccia...e lì si bloccò.
Il dito congelato, il sudore gocciolante dalla fronte, il respiro mozzato.
Diavolo, era uguale...era lui.
Le stesse smorfie, lo stesso sorriso da marpione, la stessa voce....la voce...che aveva incominciato la rituale litania, in maniera ossessiva, con i suoni rimbalzanti sulle pareti di quel fetido vicolo dove si era buttato per ripararsi, un vicolo cieco che l'aveva lasciato solo con la sua condanna pronta a disintegrarlo..."Io sono te. Non puoi spararmi.."
Stava quasi per soccombere, quasi tremante e sudato oramai fino alle dita dei piedi, sottoposto a uno sforzo mentale oltre ogni limite, quando qualcosa che andava oltre la sua volontà, oltre le sue intenzioni, oltre il suo stesso essere e pensare, gli fece piegare il dito appoggiato al grilletto, tanto quanto bastava.

Il check-up automatico del robot fece in tempo ad avvertirlo che i circuiti di controllo del movimento, situati nella zona pettorale, erano stati in qualche modo disattivati, in realtà bruciati dalla scarica laser che li aveva colpiti. Il programma non fece in tempo a proseguire il suo check a quelli dorsali, perchè immediatamente dopo il clone "morì", giusto un attimo prima di svanire nel pulviscolo atmosferico.

Joe pensò solo una cosa:"C'è".

Da qualche parte il "programma analogo" c'era, e forse aveva anche un nome: istinto di sopravvivenza.

Passato, presente e futuro

Con "Un tuffo dentro al cuore" si chiude la parentesi legata alla mia esperienza torinese che era coincisa con un cambio di lavoro importante, cambio che ne aveva generati altri.
Parentesi che si è rivelata molto importante per il futuro e molto creativa.
Parentesi che meritava una ampia sezione a lei dedicata in maniera quasi esclusiva.
Parentesi che ha aiutato questo "luogo" dell'espressione a decollare, a riempirsi di contenuti, a "diventare" quello che si proponeva nell'incipit durante la fase di partenza (una continua costruzione mentale).

Ora deve continuare a camminare da solo.

Non sempre le cose che butterò qua dentro sono nuove o perlomeno attuali. Ho ancora da scartabellare, rileggere, spulciare. Però ogni volta che il contenuto sarà ripescato dal passato avrà una sua introduzione che lo "posiziona" nel tempo e nello spazio. Gli altri saranno parto di questa testa malata e di questi tempi.
Per non far torto a nessuno farò partire questo viaggio con un "pareggio", un racconto ripescato dalla notte dei tempi e un'idea nuova, che apparirà non appena si sarà compiuta.

Come sempre, buona lettura..

Un tuffo dentro al cuore

Devo fare un'ulteriore eccezione alla regola, e scrivere due cose su quello che seguirà. Il tempo di Torino era finito, ne era iniziato uno molto più turbolento. Quello che ha fatto finire una storia per farne iniziare un'altra, che poi ha portato una famiglia, dei figli. Questo testo si aggira lì nel mezzo. Una collaborazione fra Ryiuichi Sakamoto e David Sylvian aveva generato un capolavoro (HeartBeat) e da quello avevo preso spunto per il testo di una improbabile cover in italiano, pensando di parlare a una donna in crisi con la sua storia, con il suo uomo, con la sua vita.
Chi conosce il pezzo e il suo tema, può provare a canticchiarla.
Chi non lo conosce può rimediare cercandolo negli archivi, glielo consiglio vivamente, non se ne pentirà.
Gli ultimi due blocchi "coprono" quello che nel testo ufficiale veniva definito "rap", in pratica una sezione più parlata che cantata.
Buona lettura.

Quando scoprirai che il tuo Heart non ti sta aspettando
chiedi al vento che ti porti dove sai
far vibrare in te
quella tua magia
che sa renderti padrona ancora
della fantasia
che ti porterà
a tuffarti dentro al Heart, baby

Cerca attorno a te il fiore della vita
Di che colore è il cielo sopra di noi?
Non lasciare che
ti trascini via
la paura di volare ancora
Crea la tua poesia
e concediti
un tuffo dentro al Heart, baby

Ti costringerai
più vicina a lui
e contenta di giocare ancora
con la tua follia
precipiterai
come un sasso dentro al Heart, baby

Parlo di vita
e la vita sta correndo
la via si stringe
chissà se c'è un'uscita
Il battito del cuore è l'ultima speranza
ascolto il ritmo
respiro piano
ti guardo gli occhi
e stringo la tua mano
leggimi dentro la voglia di capire
il gioco è chiaro e non voglio barare
dimmi, amore, hai voglia di giocare?

Urla al mondo la tua felicità
grida al Heart la tua disperazione
lascia scorrere la sabbia tra le mani
lascia sciogliere la neve sopra ai rami
4 giorni da consumare in due
4 gemme da scegliere per tue
fai che il Heart comandi le tue dita
fai che il tuffo sia il centro della vita

Un tuffo dentro al Heart, baby

mercoledì, novembre 15, 2006

Visione

Caldo di notte e caldo anche di giorno
Voci lontane di autostrade piene
Ti guardi in giro e vedi solo afa
E ascolti solo gocce di sudore

Pensieri ardenti di voglie nascoste
Voglie nascoste alzano la testa
La testa picchia di dolore puro
E guardi il mondo che sogghigna piano

E pianti chiodi sulle tue certezze
E lasci libere le tue amarezze
Vagare piano senza far rumore
Nel paradiso che si chiama....

Storie di uomini senza confine
Che hanno pensieri pronti a decollare
Senza aver chiesto l'autorizzazione
E poi non sempre sanno cosa dire

Cogliere l'attimo e l'ispirazione
Senza riflettere su dove andare
Lasciare inchiostro sopra il cartoncino
Non sempre è cosa da pubblicizzare

Così è la storia a Luglio e anche a Natale
Così è la storia all'afa e al freddo polare
Ti senti solo e non puoi parlare
Farai di tutto per comunicare

E' alienazione che puoi respirare
E' una visione che sa trascinare
In mille case vuote di canzoni
Perchè non basta andare tutti al mare

Falsi pudori e paradisi vuoti
Regole nuove stanno per scadere
Chi salta pranzo rischia di restare
Senza aver niente poi da raccontare

Ma chi l'ha detto che bisogna andare
Ascolto solo gocce di sudore
Mi guardo in giro e vedo solo afa
E canto, solo, ho aria da riempire

Dentro una casa piena di energia
che sento ancora come casa mia
che a volte lascio senza andare via
fine del disco, è tutto, e così sia

Comete

Due stelle comete corrono nel cielo
e per quanto tempo hanno viaggiato insieme
Non sono da sole non si sono perse
ma quando si trovano non possono amarsi
Non possono dirsi quanto sono felici
e raccontarsi le stelle che han visto

E così
sono tristi
per solo un minuto
di amarezza
smisurata
e di amore perduto

E le loro compagne non sanno neanche
di quando due sguardi si sono incrociati
di quando una stella per un attimo solo
è apparsa di nuovo nel cielo gelato
Di come due cuori si sono scoperti
ancora vicini e così troppo lontani

E così
sono tristi
per solo un minuto
di distanze
annullate
e di amore perduto

Potrai mai capire che cosa vuol dire
compagna di viaggio da così tanto tempo
che cosa vuol dire per una cometa
vedere un po' di se stessa viaggiare nel cielo
e non potersi neanche fermare a parlare
lanciare uno sguardo per vederlo tornare

E così
sono triste
per solo un minuto
di distanze
infinite
e di amore perduto

Cercare

Cerchiamo facce sorridenti
che possano alleggerirci l'anima

Motivi per muovere le mani,
far lavorare la testa
e far correre le gambe

Cerchiamo aria da poter respirare
a
pieni
polmoni

Giochi
da consumarci le suole delle scarpe

Cerchiamo gente onesta a cui donare la nostra fiducia

Cerchiamo futuro da domare
dove poter lavorare
e lottare come avessimo vent'anni
dove trovare chi ha dieci anni di meno
con la stessa voglia di cose sane

Cerchiamo musica vera ora che è più facile poterla fare

Cerchiamo in questi anni
tutto quello che altri si vantano di aver avuto
e sappiamo che c'è
e non ci arrenderemo fino a che non lo avremo
stretto
in mano

Cerchiamo ogni giorno cose che sono state
e che ci sembra non possano essere più

Salagiochi

Colori violenti e mondi da scoprire
che si ripetono ogni duecento lire
Facce immutate da settimane
cercano vie per la soluzione

Il tempo stringe e la strada è lunga
i radar nemici mi hanno intercettato
Un gorilla impazzito getta dei barili
facendo urlare parole un po' poco gentili

Salagiochi di plastica ed alienazione
Salagiochi artefatta di finti campioni
Salagiochi satura di contraddizioni
Salagiochi mercato di disperazioni

L'idolo è arrivato all'ennesimo quadro
Il pubblico si fa sempre un po' più nervoso
Tutti trasudano invidia ed ammirazione
e prometto impegno e grande dedizione

Chi passa a farsi solo una partitina
viene trattato come uno straniero
viene accompagnato da una risatina
quando esce presto dalla competizione

Festa

(Ora, lo so, certe cose non si devono spiegare, o introdurre...ma questa una piccola nota introduttiva se la merita. Di tutto lo "scritto" a Torino questa è la pagina più deliberatamente spensierata. Si parla di una ipotetica festa fra ragazzi, forse l'età è quella delle superiori, ma anche le medie ci stanno...ecco, la festa delle medie...qualche anno dopo "Elio e le storie tese" hanno sviluppato anche loro lo stesso tema, tirando fuori uno dei loro massimi capolavori, almeno secondo il sottoscritto, chiamato "Tapparella", ma non vi nascondo che quando l'ho sentita un pensiero a questa cosa...mi è venuto spontaneo...per carità, non di confrontarla, ma solo il pensiero che la stessa idea aveva attraversato la mia e la loro testa...beh...loro sono EELST...e io solo Marco..e la differenza si vede, si legge e, per fortuna, non si sente..he he he)

C'è chi si guarda dritto negli occhi
chi sta scolando tutto il Martini
chi ha fatto incetta di pasticcini
ma sarebbe anche pronto anche a fare il bis

Le carte scatenano discussioni
il Monopoli occupa quelli buoni
i romantici sono passati dagli occhi ai fatti
nascosti da giacche buttate sui letti

Qualcuno s'azzarda a tirare fuori un pallone
e l'entusiasmo stronca ogni discussione
Lui lascia a metà la nuova relazione
Lei pensa delusa:"Cominciamo male.."

Tutto comincia con un compleanno
oppure soltanto una scusa banale
quello che conta è lasciarsi andare
che in tanti lo strano diventa normale

Così la chitarra diventa protagonista
e tutti in coro si saluta il tramonto
i più tenaci non si danno per vinti
e hanno già in tasca il menù della notte

Lui chiede se può riportarla a casa
Lei se lo concede in cambio vuole qualcosa
Il festeggiato tradisce un po' d'emozione
o forse è solo lo stress da organizzazione

Fine di una stagione (inizio di un'altra?)

Stanze vuote e valigie piene
Mente pronta
Si può ricominciare

E poi viaggiare
scappare da una luce
tuffarsi nel buio dell'esplorazione
Portarsi dietro solo l'essenziale
Bruciare tutto
Per ricoltivare
Nuove speranze
Nuovi orizzonti
E nuove strade da girare

Scappiamo da cosa poi chi lo sa
Cerchiamo che cosa solo novità
Viviamo quello che il tempo ci dà
Rendendolo magico come una favola

Ottimismo sfrenato e fiducia nel mondo
Azzurro davanti da sfogliare fino in fondo
La luce dell'istinto ci trascina a mille all'ora
e noi che siamo stanchi corriamo ancora e ancora

Compagne destinate a seguirci sconsolate
Travolte da un insolito destino ed abbagliate
Timoni fermi e punti di riferimento
in una vita che è veloce come il vento

E a volte non riusciamo frenare l'entusiasmo
ci facciamo prendere senza darci limiti
inseguendo sogni brevi come un attimo
che riempono ogni giorno come fosse l'ultimo

Parentesi di presente in una fetta di passato (Corro reprise)

...
corro
verso un dove che non c'è più
forse un dove che non c'è ancora..

Fine parentesi...si torna a Torino...

lunedì, novembre 13, 2006

Uno sguardo e via

Sai com'è
uno sguardo e via
un po' di amici
un po' di compagnia

Serata giusta
votata alla follia
la testa gira
vola la fantasia

E provi a fare un giro della morte con il cuore
Ti trovi ogni momento a pensare a quello sguardo
Ti svegli alla mattina con in bocca il suo sapore
E corri tutto il giorno per non essere in ritardo

E poi due occhi
uno sguardo e via
due mani strette
e voglia di magia

E provi...

Sai com'è
quattro labbra e via
il primo incontro
non credo che ci sia

Niente da fare
Niente da ricordare
Solo tenersi
per non cadere
Pericoloso
lasciarsi andare
Ma è così bello
sapersi innamorare

Primo amore

La tua dolcezza
riempiva i miei giorni felici
passati
correndo a fianco del tempo
pensando
che quello era tutto per me
che quello era tutto per te

Cos'è che fa
girare il mondo dietro a un'illusione
Cosìè che fa
battere il cuore dietro a un'emozione
Dietro ai sorrisi
che tu sapevi come dare con amore
ed io pensavo
che il mondo c'era perchè c'eri te

La tua amarezza
distrugge i miei pochi vent'anni
sprecati
fra monti e castelli di sabbia
giocati
per ciò che era tutto per me
e che non era tutto per te

Cos'è che fa
girare il mondo dietro a un'illusione
Cos'è che fa
battere il cuore dietro a un'emozione
Dietro a un sorriso
donato forse un po' con compassione
di un uomo solo
che si consuma dietro te

Una ragazza

Ho incontrato una ragazza
mi ha chiesto 3 rose in cambio di un bacio
le ho dato 3 rose e lei mi ha baciato
ma non mi ha svelato il suo segreto
di donna insicura che ha bisogno di un uomo
che le faccia da padre oltre che da marito
e così quel bacio è rimasto da solo

Ho incontrato una ragazza
mi ha chiesto 3 soldi in cambio di un bacio
le ho dato 3 soldi e lei mi ha baciato
ma non mi ha svelato il suo segreto
di donna sicura che non ha bisogno di un uomo
ma di un conto in banca che le compri l'amore
e così quel bacio è rimasto da solo

Ho incontrato una ragazza
mi ha dato 3 baci volendone in cambio
le ho dato 3 baci e l'ho resa contenta
mi ha svelato il segreto di bambina insicura
che aveva bisogno di me in esclusiva
e io le ho spiegato che non potevo accettarlo
così anche quel bacio è rimasto da solo

Ho incontrato una ragazza
non mi ha chiesto nè rose, nè soldi, nè baci
e a poco a poco quello che mi ha raccontato
ha sciolto il segreto che tenevo nascosto
di uomo insicuro in cerca di amore
e al primo bacio non mi sono stupito
di capire che solo non sarebbe rimasto

Falsi dolori

Sì, voglio proprio star male
voglio fare le mie gambe tremare
voglio pensare alla notte che viene
come ad un buio fitto senza confine
e alle persone che mi stanno intorno
come a serpenti a sonagli suonanti

Voglio trovare qualcuno da amare
e che mi faccia davvero soffrire
voglio lasciare la mia vita perduta
in bicchieri d'acqua alta due dita
Non ho bisogno che mi aiuti nessuno
sono bravissimo a fare da solo

E riesco sempre a spaccarmi la testa
contro pareti di zucchero a velo
E riesco sempre a trovare qualcuno
che non volendo sa stare al mio gioco
colpevole solo di essere stato
per un momento vicino al mio cuore

Verità

Quando quello che dici è quello che ti senti dentro
e le parole che ascolti non ti fanno ridere il cuore
non ti fanno pensare "ma che ci stò a fare?"

Quando quello che scrivi non l'hai neanche pensato
ma ti è uscito diretto dal profondo del buio
e lo leggi e ti chiedi "ma questo sono io'?"

Quando due occhi ti guardano e non puoi nasconderti
ti perforano il muro e ti lasciano muto
e ti osservato e scrutato da dentro

Quanto ti guardi negli occhi e sei tranquillo
quando fai qualche cosa e ci credi sul serio
quando alla sera fai i conti e ti senti più ricco

La verità ti è passata vicino
ti ha sfiorato soltanto e ne hai sentito il respiro
l'hai afferrata un momento ma è già scappata lontano
e ti ha lasciato il ricordo di come è bello star bene

venerdì, novembre 10, 2006

Cuore inquieto

Calmati cuore inquieto
così pronto a viaggiare veloce
così pronto a seguire le impronte
di animali che corrono in giro
e che ti aprono gli occhi e le orecchie
come sirene sulla strada di casa

Chiudi gli occhi le orecchie e rifletti
non c'è tempo per fermarsi nel bosco
la casa è vicina solo se la guardi
e se ti fermi a giocare per strada
potresti non ricordarne le forme
e trovarti da solo a parlare col cielo

"Luna che guardi il mondo dall'alto
Sole che scaldi, che doni, che vivi
Stelle infinite nel buio profondo
Cosa ci fa pensare alla vita
cosa ci porta a casa contenti
quando la strada è sbarrata dall'odio?"

"Non è odio quello che c'è ora
non c'è odio in un cuore inquieto
La casa è sempre lì con te
ovunque tu voglia fermarti a guardare
gli occhi dell'anima che stanno aspettando
di vederti arrivare e di salutarti, contenti"

Quasi

Quasi l'una
Quasi una casa
Quasi a posto
Quasi soddisfatto
Quasi felice

Quasi

Quello

Quello che non si può dire e che non serve
Quello che ti tiene su quando non mangi
Quello che ti tiene sveglio quando non dormi
Quello

Quello che ti fa dire cose mai dette
Quello che ti fa scrivere cose mai scritte
Quello che ti mette in testa cose mai fatte
Quello

Quello che se lei ti chiama tu corri
Quello che se lei non c'è lo senti
Quello che se lei non c'è non vivi
Quello

E tutti a dire che siamo romantici
che con quelle facce siamo quasi comici
che l'orgoglio brucia tutti quelli deboli
e che in fondo in fondo siamo solo uomini

E Quello torna e sei più contento
E Quello parla e ti trova attento
E Quello arriva e allora soffia vento
Quello

E tutti a dire...

E siamo pronti ad alzare le vele
da questa tempesta farci trascinare
verso chissà quali posti andare
senza preoccuparsi di doversi riposare

L'assassino è sempre il maggiordomo

Sempre un morto di troppo
nella mia strada balorda
di poliziotto fallito
di investigare privato

E più domande faccio
e meno gente risponde
la verità è lontana
ma la morte è vicina

Così vicina che ho paura di uscire
di investigare nelle viuzze strane
tanto lo so che l'assassino
è come sempre il maggiordomo

Pioggia gelata sopra la mia testa
e di maggiordomo neanche l'ombra
la verità è lontana
ma la morte è vicina

Notti di note

Le posso suonare piano piano
o ballarle in silenzio rimbombanti di colore
nel buio della notte da dormire
o nella luce della notte che vive

Dietro al rumore di un motore
o mentre lavo le maglie sudate
in cantine gonfie di calore
o su montagne dal vento sbattute

Note di canzoni conosciute
o di canzoni ancora da inventare
emozioni per troppo tempo trattenute
da amare sottovoce
perchè potremmo disturbare

Nella notte ti aiutano a pensare
nella notte ti aiutano a parlare
nella notte ti aiutano a capire
quanto sia importante respirare

E di giorno molto spesso le perdiamo
le facciamo sulle orecchie camminare
nella fretta della vita scivolare
chi ha tempo di fermarsi un po' a pensare

Alle..

Kilometri di grigio

E meno male che mi piace guidare
che le mani sul volante sanno come stare
che la musica mi segue e mi fa viaggiare
come se fossi sempre davanti al mare

Mi lascio alle spalle kilometri di grigio
e davanti curve, svincoli, cartelli
e strade nuove da scoprire
e quelle vecchie da rifare

Un giorno dopo l'altro kilometri di grigio
e solo una di quelle strade porta
dove il lavoro mi chiede di andare
non dove la testa vorrebbe andare

E quando alzo la testa per vedere il sole
il più delle volte vedo solo grigio
che si confonde scuro con l'asfalto
che è come specchio dell'asfalto

Solo

I pensieri sono liberi
e la mano scorre piano
su un foglio bianco
macchiato di solitudine

Attimi sospesi a mezz'aria
fra quello che è vero
e quello che vorrei
utopia vuota di parole

Non c'è nessuno con cui parlare
Solo e mi guardo mentre riprovo
a ricreare un paradiso perduto
a metà strada tra l'odio e l'amore

Non c'è quasi vita
la luce è casuale
non sono in un posto
e non ci sono parole

In una favola

Allora dimmi cosa c'è che non va
perchè mi stai guardando
senza sapere quello che si fa

Quante volte ormai ci siam trovati a questo punto qua
a un falso bivio della vita
che ci lascia senza libertà

In una favola

Quant'è lontana da noi a volte la realtà
la ragione si fa da parte
ci lascia soli nell'oscurità

I viaggi sono lunghi e non è detto che si arriverà
ma che bello cadere a 100 all'ora
in un imbuto che ci porterà
dritti dritti senza pietà

In una favola

E quante volte ci siam detti che era meglio di no
E quante volte ci hanno detto che no non si può
E noi testardi ancora qui
a dire ancora il nostro sì
senza sapere quello che succederà
ma qualcosa verrà
sì qualcosa verrà

Allora dimmi cosa c'è che non va
perchè stai già ridendo
senza sapere quello che si fa

Hai già capito quello che ora succederà
nessuno ci può fermare
e poi nessuno protesterà
stiamo già raccontandola

La nostra favola

Odio da sputare (...e da dimenticare)

Tu che in bocca
coltivi solo odio da sputare
e guardi la gente
con occhi inclinati e diffidenti

Cammini per strada
e non hai un posto dove andare
e parli poco
e ascolti ancora meno

In testa buio
e buio oltre la siepe
ricordi pochi
e tutti da buttare

Vivi la vita
come una maledizione
e bevi alcool
per poter dimenticare

Guardati intorno
e prova ad osservare
come la gente
riesca ancora ad amare

Come 'sto mondo
anche se pieno di dolore
sia ancora il meglio
che ci possiamo riservare

E gustati l'aria
colorati i tramonti
beviti gli alberi
e regalati dei fiori

Guarda lo specchio
e lanciati un sorriso

Prova a svegliarti
sei sempre stato in paradiso

Amore

Vago sapere
di quello che si vuole
dire
fare
dare

Genova

Genova è bella anche se non c'è il sole
perchè ha colore anche quando piove

Genova ha sorrisi diversi ma occhi sempre uguali
Genova ha musi lunghi per chi passa a guardare
Genova ha braccia aperte per chi la sa capire
Genova ti lascia solo se non la sai aspettare

Genova è un cielo aperto e un orizzonte calmo
Genova è un cielo chiuso e due muri alti e stanchi
Genova è un cielo nascosto da monti attenti e severi

Genova è Corso Italia in primavera
pieno di voglia di fare e di camminare
Genova è un vicolo buio alle sei di sera
meglio non sapere cosa c'è da fare

e apro gli occhi e vedo ancora mare
e gente dura che sa navigare
e apro gli occhi e vedo ancora cielo
e niente in mezzo che mi possa fermare

Genova è un amore infinito per chi deve partire
Genova così sconosciuta per chi ci vive

Genova è bella anche se non c'è il sole
perchè ha colore anche quando piove

Inverno

Buie le strade già di prima mattina
la gente gela aspettando il tram
gli stessi posti e le stesse facce
lungo le vie che portano al dovere

Alito bianco dopo ogni respiro
la gente guarda chi si chiude nei bar
il sole arriva che è già tutto finito
e se ne va che siamo ancora qua

E' l'Inverno che ci assale la mente
che ci riporta verso la realtà
mentre svaniscono i sogni estivi
ci ritroviamo senza libertà

E tu non vedi l'ora che finisca
ma sarà dura e sai già il perchè
perchè una rondine non fa primavera
e chissà per quanto l'Inverno sarà

Per riscaldarti bruciati la vita
non ti ricordi come si fa?
Uscire presto e tornare tardi
e non importa dove si va

Ma per chi è solo e non è neanche a casa
non c'è rifugio nell'intimità
Si cerca aria da poter respirare
e un mare calmo dove navigare

Canzoni

Sto ancora rimestando in carte/cartelline/cartelle/scatole per ritrovare i fogli di un tempo passato.
Per ora ho ritrovato quelli di un tempo leggermente più recente.
Il mio primo cambio di lavoro è coinciso anche con la prima esperienza "fuori" di casa, non contando vacanze, campi e route vari.
Sono partito dal ventoso e solare mare della Liguria per immergermi nel gelido e nebbioso Piemonte. Ancora non lo sapevo, ma mi aspettavano 2 lunghi anni come cittadino di Torino. Non lo sapevo nel senso che 2 anni erano il limite massimo, in un tempo nel quale gli accordi verbali e le promesse fatte dal tuo capo avevano ancora un senso, e quello poi ho raggiunto per come è cambiato il lavoro nel tempo.

Vabbè.

Sono stati tempi scuri.
Sono stati tempi senza mai avere abbastanza tempo.
Sono stati tempi fertili.

Non mi sono mai rassegnato a essere diventato torinese, e sì che ero circondato da nuovi amici, e sì che mi divertivo a lavorare, e sì che mi divertivo anche dopo.
Ho scoperto quanto "stare" in un posto diverso FA la differenza.
E non stavo bene.
E scrivevo.
In mezzo a tante parole scritte, tipicamente meditazioni in notte solitarie, ecco un sacco di testi, alcuni accompagnati anche a una traccia musicale, altre semplicemente buttate lì, per suoni che sarebbero arrivati.
Alcuni mi piacevano, alcuni meno.
Alcuni venivano da dentro, alcuni sono stati buttati lì solo perchè avevo bisogno di scrivere qualcosa.
Quanto valgono non sta a me dirlo e non ha alcuna importanza.
Esistono.

Eccole.

Corro (verso un dove che non c'è più)

tutto attorno a me corre
tutto dentro di me corre
ho attorno a me 10, 100, 1000 porte
alcune aperte
alcune spalancate
alcune chiuse
e corro
all'impazzata
fra una stanza e l'altra
non so se sto bene o male
non so se sto
non sto
corro
verso un dove che non c'è più

giovedì, novembre 09, 2006

Elucubresie

Il tempo e le idee corrono più veloci di quello che avrei pensato.
La voglia è più forte.
Mi trovo per le mani due spazi occupati e non voglio lasciarne neanche uno. Non vi ho raccontato abbastanza quanto sono egocentrico, presuntuoso ed egoista? Oh...che diamine.

Chiarito questo punto però capita che esista da qualche parte dentro la mia testa anche una persona ragionevole:"Amico del sole, va bene occupare due spazi, ma farne uno la copia dell'altro mi sembra veramente un insulto al buon senso..."
Oh...ha ragione (come quasi sempre..).
Così ha preso forma una specie di progetto espressivo che non so se riuscirò a portare avanti, ma ci voglio proprio provare.
Un po' come all'inizio il "secondo" spazio era la mia faccia pubblica, e quindi in qualche modo più "libera", ho pensato che ora che le mie facce pubbliche sono due, e che le Elucubridee in qualche modo "appartengono" al mio diario originale, fosse giusto dare importanza al "secondo" spazio in qualche modo perpetuando la stessa idea, la stessa filosofia.
Così continuerò a scrivere meditazioni e scazzi nel mio diario e lascerò la mente e la tastiera più libera nello spazio che fin dall'inizio è stato più..."libero", appunto.

Elucubridee da una parte ( http://marcosilveri.spaces.live.com )
Elucubresie dall'altra. ( http://elucubridee.blogspot.com )

Sì sì, lo so, gli indirizzi sono un po' fuorvianti, ma non potevo cambiarli, per evidenti motivi...rimarranno lì, testimoni un po' della "travagliata" storia di questi spazi. Devo trovare il modo di renderla evidente a chi arriverà tra un po' dalle mie parti...


Partirò da un po' di materiale scritto che ho da qualche parte e devo ripescare. Spero mi dia il giusto abbrivio, e di non perdere energia con il tempo.
Presto le prime Elucubresie in linea...

martedì, novembre 07, 2006

Ivano

"Chi guarda Genova
sappia che Genova
si vede solo dal mare"Ivano

Non mi è facile parlare di Ivano Fossati. La sua figura nel panorama musicale italiano gode di un eccezionale rispetto praticamente da parte di tutti, rispetto indiscutibilmente meritato.
Certo, ha un po' la fama del "noioso", anzi del "palloso", dell'intellettuale...ma nessuno si azzarda a dire qualcosa di male nei suoi confronti.
Anche perchè voglio proprio vedere chi riuscirebbe a trovare qualcosa di male da dire...
Togliamo subito dal tavolo l'ingombrante possibile equivoco: non ho qualcosa di male da dire su Ivano Fossati.
Ma parlare di un personaggio "importante" come lui in modo personale, quasi intimo, ecco...mi rende nervoso.
Ivano Fossati non l'ho scoperto proprio presto.
O meglio.
Ivano Fossati c'è sempre stato.
Fin da quando con "Jesahel" e i Delirium ha sconvolto Sanremo, fin da quando "Dolceacqua" ha fatto da traccia a una gita di Clan, fin da quando ha conquistato le classifiche con "La mia banda suona il rock", lui c'era.
Lui era motivo d'orgoglio per noi genovesi, prestavamo la dovuta attenzione e sapevamo che lui c'era.
Poi succedono alcune cose che mi avvicinano un po' di più a questo strano cantautore che, tutto sommato, non ama le luci della ribalta...da buon genovese.
E sì che avevo il buon Verace che con Fossati mi faceva una testa così...
Capita che collabori a un disco di De Gregori, e che a quei tempi la mia fidanzata fosse una fan sfegatata del cantautore romano (n.d.r. "a quei tempi" nel senso che penso che lo sia ancora, ma non è più la mia fidanzata).
Capita che De Gregori venga a Genova a cantare, e Fossati lo accompagni anche nel tour. Lo addocchiamo nell'atrio del Margherita, tranquillo, non essendo il protagonista dell'evento. Nel concerto Ivano Fossati ha un suo spazio, e capita che quello spazio, nella sua città, diventi un evento nell'evento.
Mi sorprendo a pensare a fine concerto che sono più contento per quella "parentesi" che per il concerto stesso.
Esce un suo nuovo disco ("700 giorni") sponsorizzatissimo dal Verace, che ancora snobbo per pigrizia e diffidenza.
Nuovo concerto di De Gregori, questa volta a sorpresa sale sul palco Ivano Fossati...oh beh...essendo di Genova gli era venuto facile passare...
La versione piano e voce di "Una notte in Italia" è ancora ben presente nella mia mente, e alla fine di nuovo mi ritrovo a ricordare quel momento come la cosa più importante della serata.
Alcuni cambiamenti importanti nella vita mi attendono, di lì a un po', e nel frattempo comincio a considerare Ivano Fossati in modo diverso. Esce "La pianta del tè", un disco che ancora adesso quando lo sento mi sa di vento, liquirizia e sale marino.
Sa di spiaggia, di monti, di casa.
Sa di musica, musica buona.
Con "Chi guarda Genova" e "Questi posti davanti al mare" scava a fondo nell'anima di chi abita in questi posti.
Proprio subito dopo lascio proprio quei posti che ancora non so di amare così tanto per andare a Torino, cambio di lavoro, cambio di vita, cambio di un sacco di cose.
Scopro che non è scontato godere di tramonti mozzafiato quasi tutte le sere, che può far freddo in modo diverso, che la nebbia esiste, che l'orizzonte può anche essere vicino.
E proprio mentre sento nascere dentro di me un legame così forte con la mia città e la mia terra, ecco che in "Discanto" trovo "Passalento", che mi fotografa in maniera così lucida e spietata..."è che in questo deserto mi piace naufragare, vivo e fortunato, di poterne respirare...Signore di questo porto, vedi, mi avvicino anch'io, vele ancora tese, bandiera genovese sono io"...io che mi sentivo marinaio in un porto lontano, lontano dal mare, dall'amore...un po' da tutto.
Non ho mai più abbandonato chi mi sono ritrovato vicino in quei momenti.
E di tempo ne è passato, e di cose ne sono successe.
Di dischi ne ha fatti.
Ivano Fossati è ancora qui.

"Di tutto questo si vive,
e di tant'altro ancora,
che inseguiamo come i cani, respirando dal naso,
per finire invece,
ancora sorridenti,
ancora abbaianti,
di un dolore a caso.."

Lorenzo

Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti ha nella mia vita tutta una storia a sè, diversa da quelle che ho raccontato.
E' stata una specieLorenzo di scommessa, una attestazione di fiducia (oh...quanta egocentricità in questa affermazione...) a perdere che si è rivelata quanto mai ben riposta.
Andrò a spiegare ed argomentare.
Prendo coscienza dell'esistenza di Jovanotti con la sigla di chiusura di un'edizione di Deejay Television formato estivo, una versione caraibica di Gimme Five della quale conservo gelosamente il vinile.
Tenete presente che la versione originale non l'avevo mai praticamente sentita. la radio, ai tempi, la sentivo poco e quindi il personaggio lo conoscevo in maniera molto vaga.
Oh, prendetemi per matto, ma quel pezzo aveva una carica di spensieratezza e gioia di vivere che mi aveva colpito.
Di più.
Mi ha fatto pensare che il ragazzo fosse "sincero", non costruito: si divertiva un casino, e non faceva niente per nasconderlo, cosciente di essere un pirla in mezzo a tanti pirla. Mi è diventato simpatico.
Quella è stata l'unica cosa di quelle che ha fatto che mi è piaciuta per un sacco di tempo. Ho sinceramente odiato "La mia moto" et similari.
"Ciao mamma" (ma è questo il titolo?) riavvicinava la voglia di genuina spensieratezza e la carica di gioia di quel vecchio disco. Lui continuava a essermi simpatico, e preferivo di gran lunga sentirlo parlare che cantare...
Quando ho sentito "Gente della notte" (sempre di quel tempo) ho pensato che tutto sommato poi qualcosa di buono sapeva combinare anche lui.
Poi è cambiato tutto.
Non voglio farvi la cronodiscografia, ma quel simpatico ragazzo sincero è diventato uno con le palle sincero...cioè, con le palle doveva esserlo anche prima, solo che adesso gli era più facile tirarle fuori e mostrarle a tutti...
Citerò solo una notte, in Francia, nella quale ho distrutto le orecchie dei miei colleghi con "Una tribù che balla" tentando di fargli capire che Lorenzo non era più, o meglio, non era SOLO quello della moto e di Rosita Celentano.
Ora: capita che nel 1997, mentre siamo in attesa di Matteo, se ne esce con "L'Albero", e lì dentro c'è "La linea d'ombra"...una folgorazione.
"Mi offrono un incarico di responsabilità": ogni volta che la sento mi vengono ancora i brividi...e pochi giorni dopo la sua nascita (di Matteo...intendo) ho fatto un piccolo strappo al buonsenso, sono andato al concerto, ho comprato il cappello Soleluna...era già suo allora, ed è suo ancora adesso, sarà suo per sempre.
Beh, adesso è il "loro", perchè sono diventati due.

Continua a essere lo stesso ragazzo.
Continua a essermi simpatico.