martedì, novembre 07, 2006

Ivano

"Chi guarda Genova
sappia che Genova
si vede solo dal mare"Ivano

Non mi è facile parlare di Ivano Fossati. La sua figura nel panorama musicale italiano gode di un eccezionale rispetto praticamente da parte di tutti, rispetto indiscutibilmente meritato.
Certo, ha un po' la fama del "noioso", anzi del "palloso", dell'intellettuale...ma nessuno si azzarda a dire qualcosa di male nei suoi confronti.
Anche perchè voglio proprio vedere chi riuscirebbe a trovare qualcosa di male da dire...
Togliamo subito dal tavolo l'ingombrante possibile equivoco: non ho qualcosa di male da dire su Ivano Fossati.
Ma parlare di un personaggio "importante" come lui in modo personale, quasi intimo, ecco...mi rende nervoso.
Ivano Fossati non l'ho scoperto proprio presto.
O meglio.
Ivano Fossati c'è sempre stato.
Fin da quando con "Jesahel" e i Delirium ha sconvolto Sanremo, fin da quando "Dolceacqua" ha fatto da traccia a una gita di Clan, fin da quando ha conquistato le classifiche con "La mia banda suona il rock", lui c'era.
Lui era motivo d'orgoglio per noi genovesi, prestavamo la dovuta attenzione e sapevamo che lui c'era.
Poi succedono alcune cose che mi avvicinano un po' di più a questo strano cantautore che, tutto sommato, non ama le luci della ribalta...da buon genovese.
E sì che avevo il buon Verace che con Fossati mi faceva una testa così...
Capita che collabori a un disco di De Gregori, e che a quei tempi la mia fidanzata fosse una fan sfegatata del cantautore romano (n.d.r. "a quei tempi" nel senso che penso che lo sia ancora, ma non è più la mia fidanzata).
Capita che De Gregori venga a Genova a cantare, e Fossati lo accompagni anche nel tour. Lo addocchiamo nell'atrio del Margherita, tranquillo, non essendo il protagonista dell'evento. Nel concerto Ivano Fossati ha un suo spazio, e capita che quello spazio, nella sua città, diventi un evento nell'evento.
Mi sorprendo a pensare a fine concerto che sono più contento per quella "parentesi" che per il concerto stesso.
Esce un suo nuovo disco ("700 giorni") sponsorizzatissimo dal Verace, che ancora snobbo per pigrizia e diffidenza.
Nuovo concerto di De Gregori, questa volta a sorpresa sale sul palco Ivano Fossati...oh beh...essendo di Genova gli era venuto facile passare...
La versione piano e voce di "Una notte in Italia" è ancora ben presente nella mia mente, e alla fine di nuovo mi ritrovo a ricordare quel momento come la cosa più importante della serata.
Alcuni cambiamenti importanti nella vita mi attendono, di lì a un po', e nel frattempo comincio a considerare Ivano Fossati in modo diverso. Esce "La pianta del tè", un disco che ancora adesso quando lo sento mi sa di vento, liquirizia e sale marino.
Sa di spiaggia, di monti, di casa.
Sa di musica, musica buona.
Con "Chi guarda Genova" e "Questi posti davanti al mare" scava a fondo nell'anima di chi abita in questi posti.
Proprio subito dopo lascio proprio quei posti che ancora non so di amare così tanto per andare a Torino, cambio di lavoro, cambio di vita, cambio di un sacco di cose.
Scopro che non è scontato godere di tramonti mozzafiato quasi tutte le sere, che può far freddo in modo diverso, che la nebbia esiste, che l'orizzonte può anche essere vicino.
E proprio mentre sento nascere dentro di me un legame così forte con la mia città e la mia terra, ecco che in "Discanto" trovo "Passalento", che mi fotografa in maniera così lucida e spietata..."è che in questo deserto mi piace naufragare, vivo e fortunato, di poterne respirare...Signore di questo porto, vedi, mi avvicino anch'io, vele ancora tese, bandiera genovese sono io"...io che mi sentivo marinaio in un porto lontano, lontano dal mare, dall'amore...un po' da tutto.
Non ho mai più abbandonato chi mi sono ritrovato vicino in quei momenti.
E di tempo ne è passato, e di cose ne sono successe.
Di dischi ne ha fatti.
Ivano Fossati è ancora qui.

"Di tutto questo si vive,
e di tant'altro ancora,
che inseguiamo come i cani, respirando dal naso,
per finire invece,
ancora sorridenti,
ancora abbaianti,
di un dolore a caso.."

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