martedì, settembre 13, 2005

Crisi depressiva post-vacanze

Quando andavo a scuola mi succedeva sempre.
Tornavo dalle vacanze e la consapevolezza di dover aspettare 10 lunghi mesi, e 10 lunghi mesi di scuola, di buio, di freddo, di sveglia presto alla mattina...mi faceva venire su paura, malinconia, apatia, voglia di puntare i piedi e far fermare il tempo...o farlo volare velocissimo.
Le vacanze per me erano molto abitudinarie, un mese al mare e poi 20 giorni in montagna, Varigotti e Viozene, le compagnie, gli amici, che sono stati per me dei punti di riferimento importanti e ai quali ho voluto un sacco bene, e che ho perso praticamente tutti per strada. In vacanza, forse, riuscivo a liberare un po' di più la mia voglia di essere protagonista, che d'inverno rimaneva in ombra, un po' per pigrizia, un po' per limiti oggettivi,un po' per paura. Ecco: d'estate riuscivo a superare un tot di paure che d'inverno mi caricavo sulle spalle. Un po' l'idea della fuga, quella che stava dietro a Mediterraneo, lasciarsi la realtà dietro e riuscire a essere qualcun'altro.
E poi passare il tempo a chiedersi se il "qualcun'altro" era quello estivo o quello invernale.
Se dò retta alle mie attuali sensazioni penso che l'Estivo era il reale Marco che usciva dal guscio. Ma per onestà devo anche ammettere che il guscio era (al 90%) autocostruito...e che piano piano si è sciolto con gli anni, ma non del tutto.
Inutile dire che ciò si rifletteva sugli ormoni e le donne. Molti sono stati gli inverni a secco, molte meno le estati. Era anche quella una delle paure? Ovviamente sì.
La scuola è finita. Il tempo delle "vacanze" è finito.
Quella particolare sensazione che accompagnava ogni mio Settembre si è annacquata, probabilmente perchè in quei Settembri avevo tutto il tempo per rimuginarci su...quando torni dalle ferie, invece, non devi mica "aspettare" che la scuola cominci. A pensarci bene, poi, l'arrivo della scuola era una liberazione...nessun tempo per stare a rimpiangere le vacanze.
Quest'anno ci sono curiosamente ricascato.
Finite le ferie, tornati i figli dal mare, ecco che una strana ansia è venuta fuori. Un ansia diversa e più indecifrabile. L'elemento comune è stata la voglia di fermare il tempo, di non voler far terminare le giornate per non fare arrivare il domani. E così cerchi qualcosa da vedere alla TV per non dover andare a dormire, leggi fino a che non svieni per rianimarti quanto basta appena per spegnerti la luce, ti trovi qualcosa da fare sul PC che sicuramente non puoi fare l'indomani. E poi sei più irritante e irritabile del solito, ti chiudi a riccio e non hai voglia di fare niente.
E' durata tre o quattro giorni.
Ieri mattina ho realizzato.
La stanchezza, il senso di vuoto e disagio, la voglia di tornare a stare bene.
E il nuoto.
Incredibile, ma più passa il tempo e più scopro quanto il nuoto mi faccia bene e non solo a livello fisico. E' una continua sfida con me stesso e con la mia pigrizia. Ha riaperto la piscina, e ieri subito mi ci sono buttato.
E la consapevolezza di aver vinto la sottile ignavia in cui mi ero confinato con la scusa della piscina chiusa, mi ha fatto anche capire quanto fosse deleterio rimanere chiuso nel loop della crisi depressiva post-vacanze...

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