venerdì, settembre 16, 2005

Del referendum testè passato...

Ho un sacco di idee e di pensieri oggi.
Merda se riuscissi a focalizzarne solo uno.
L’argomento del giorno è il cambio macchina. Mi sto perdendo fra piani di finanziamento, di rifinanziamento,Valori Futuri Garantiti, 24, 36 o 48 mesi…
Spero di riuscire a venirne a capo.
Ora: stamattina avevo in testa un interessante post su argomenti legati al recente referendum.
Mi è rimasto lì vagante tutto il giorno.
È venuto il momento di tediarvi sennò non mi farà dormire stanotte e mi perseguiterà lungo il weekend.

Ancora adesso nutro una leggera inquietudine sul tema.
La stessa inquietudine che mi assale quando discuto sulla assurdità di certi programmi e mi viene rinfacciata la libertà di parola e le necessità commerciali delle televisioni.

Ma che c’entra? Non lo so. Rinvio a un’altra volta l’argomento.

E vado a spiegare.

Credo di avere una mentalità aperta.
Sebbene ci siano alcune cose che non capisco e altre che aborro, ritengo di non avere il diritto di giudicare a priori chicchessia, e quindi che il pregiudizio vale solo se è personale e basato su esperienze e fatti concreti.
In pratica: lui mi sta sul cazzo perché ha fatto questo e quest’altro e non ce n’è.
Meno che mai ritengo che una persona possa essere giudicata sulla base delle proprie preferenze sessuali.
Ma non posso che ammettere che sentir parlare di voglia di paternità, o di maternità da parte di coppie omosessuali non mi lascia tranquillo.
Oh, allo stesso identico modo mi inquietano le voglie di maternità delle menopausate, le cosiddette mamme/nonne.
E adesso non menatemela con il maschilismo…lo stesso discorso si ribalta su un padre anziano…ma gli scenari possibili sono diversi.

Ma con questo cosa voglio dire?
Non lo so, ma i fatti mi cosano.

Facciamo ordine.

Con tutta l’apertura mentale del mondo, non posso negare che esistano dei limiti oggettivi che la natura ha posto all’uomo.
Limiti che riguardano un sacco di cose e, naturalmente, anche la capacità di procreare.
Se una donna è fertile a partire da una certa età e non lo è più dopo una certa età, penso che esista una motivazione.
Ritengo che la natura si cauteli sulla capacità di supportare un bambino nella crescita, sia in termini di energie che di distanza mentale, anche considerando l’importante ruolo che gli “anziani” hanno nella crescita dei nuovi cuccioli della comunità.
Cuccioli delle nuove femmine giovani.
Insomma, non lo so come questa cosa si è evoluta nel tempo, nei millenni, e cosa ci vuole dire la natura.
Sta di fatto che è così.
Così come è innegabile che ci sia bisogno di un maschio e di una femmina per poter procreare.

Crescere un figlio non è una cosa facile.
Soprattutto non ha niente a che vedere con i nostri bisogni di sentirci vivi, padri, madri, uniti, etc. etc.
Gli unici bisogni di cui bisogna tener conto sono quelli della persona che stiamo caricando delle gioie e delle pene della vita terrena.
Quelli che si combattono su questo tema a colpi di leggi e leggine, di regole ferree e di dogmi liberistici o reazionari mi fanno venire i brividi.
Io credo che un figlio abbia bisogno di un padre e di una madre, abbastanza giovani per poterlo aiutare a crescere bene.
E in questo senso questa società che ruba tutta l’energia e il tempo alla gente che lavora per far arricchire poca gente che non fa un belino e tipicamente fa pochi figli perché ha solo voglia di divertirsi…vabbè…fine della divagazione.

Non c’è un cazzo da fare, continuo a scappare da tutte le parti, deviazioni continue.
Mi sa che dovrete farci l’abitudine.
Oh…potete anche smettere di leggere……..scherzo, se lo fate m’offendo.

Torniamo all’argomento principe.

Il fatto che io lo creda, o che possa anche essere oggettivamente vero, non lo rende universalmente giusto.
Le variabili che compongono la storia di più persone sono tali e tante che non è possibile semplicemente scrivere con il fuoco una bella regola e così sia.
Faccio un esempio a caso con una storiella (inventata…praticamente una parabola…che sia schiavo di manie di grandezza?Mah…).
Sono il padre di una coppia felice, ho un fratello gay e mia moglie una sorella etero. Con mio fratello e con il suo compagno abbiamo tutti (due bambini maschio e femmina compresi) un rapporto bellissimo, a volte passiamo addirittura fine settimana e brevi periodi di vacanza insieme.
Mia cognata è una stronza. Sua sorella (mia moglie) la odia, non si parlano da anni, non conosce i miei figli, sta con un riccastro delinquente e ci considera feccia proletaria.
Uno sfortunato incidente purtroppo ci porta via, lasciando i miei figli da soli.
A chi vorrei che venissero affidati per continuare a crescere sereni?
A mia cognata e al riccastro? NOOOOOOOOOO.
In barba alle mie convinzioni e a quanto ho precedentemente scritto, ovviamente a mio fratello e al suo compagno.
Coppia e famiglia anomala quanto vuoi ma sicuramente la casa più adatta per i miei figli. Sarebbe quindi giusta una legge che asetticamente decida a priori che una coppia etero è meglio o addirittura che vieti a una coppia gay di adottare figli?

Ovviamente no.

Anche se rimango (IO maiuscolo per far capire che è una convinzione personale e quindi non solo non è detto che valga per gli altri ma soprattutto che non voglio convincere nessuno) dell’idea che una coppia eterosessuale sia necessaria per far nascere un bambino indipendentemente dalle nostre convinzioni ma solo perché funziona così, ritengo che non sia giusto vietare PER LEGGE a coppie gay di avere figli con la fecondazione artificiale, o determinare PER LEGGE un limite di età per donne che vogliono avere figli con la fecondazione artificiale.
In realtà trovo ragionevolmente assurdo voler regolamentare la fecondazione artificiale PER LEGGE.
È un tema talmente complesso e imprevedibile che trova francamente incredibile poter pensare di rinchiuderlo in regole scritte (sì sì lo so, l’ho già scritto, mi sto ripetendo checcivoletefare vorrà dire che sto rafforzando il concetto).

Mi rimangono le inquietudini e i dubbi.

Su chi sbandiera la voglia di paternità e di maternità come patrimonio esclusivo dei genitori dimenticandosi tout-court dei bambini.
Su chi utilizza la scusa di come funziona la natura per creare razze e mondi preferenziali.
Su chi pensa che il solo POTER fare qualcosa lo rende automaticamente universale e giusto.
Su chi nega ogni obiezione alle proprie idee bollandola come arretratezza culturale o atteggiamento reazionario e antistorico.
Su chi nega ogni obiezione alle proprie idee bollandola come arretratezza culturale o atteggiamento comunista, pericoloso per l’umanità e soprattutto demoniaco e diventeremo tutti musulmani.
Su chi scambia la prudenza e il rispetto per le vite che genereremo nel prossimo futuro con paure ataviche, razzismo e ottusità.
E vale in entrambi i sensi.
Su chi crede che il mondo perfetto sia senza deviazioni dalla retta via e la conosce così bene.
Su chi ha una assoluta e cieca fede, qualsiasi essa sia.
Su chi è pieno di certezze e considera il dubbio una debolezza.
Su chi ci ha costretto a votare per decidere quanti embrioni ci volevano e per quante volte e quanti insieme come se fossero pillole da prendere prima e dopo i pasti.

Penso che la fecondazione artificiale sia una gran cosa.
Penso che possa realmente aiutare un sacco di coppie ad avere i figli desiderati quando ci sono problemi difficilmente (o non) risolvibili.
Penso che non sia la risposta per chi vuole a tutti i costi avere figli nonostante limiti derivanti dalle proprie scelte o dalla propria età.
Penso che sia potenzialmente un assoluto bene e purtroppo potenzialmente un assoluto male.
Non è sbagliata in sé.
È sbagliata a seconda di chi la usa e di come viene usata.

Quante cose sono così.

Quante volte ci hanno mentito e ci hanno strumentalizzato creando guerre di religione su cose potenzialmente buone che erano finite nelle mani sbagliate.

Vabbè…sto divagando.
Ancora una volta…forse l’ultima perché il post sta per finire, mica per altro.

Ci saranno altri scritti su altri temi…probabilmente con aspetti comuni a questo.

Buon weekend a tutti.

Caspita, alla fine ci sono riuscito a focalizzarlo.

Che sia chiaro per gli altri è tutta un’altra storia.

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