martedì, settembre 27, 2005

La Metafora (e altre storie...)

La Metafora

Mi è venuta in mente mentre mi accingevo, insieme a mio figlio e a mio suocero, ad entrare allo stadio per Sampdoria – Milan.
Stavamo camminando fra il parcheggio e, appunto, lo stadio e la discussione vergeva sulla differenza in termini economici fra le due società, che i giornali avevano evidenziato nelle differenza fra monte ingaggi giocatori e totale degli incassi, la cui parte del leone la fanno i diritti televisivi.
Impressionante.
Ordine di grandezza quasi 1 a 10. Reale.
Stiamo quindi parlando della differenza fra una delle squadre importanti e una delle neopromosse o prossime a retrocedere? No. Stiamo parlando della squadra arrivata seconda e la squadra arrivata quinta in un campionato a 20 squadre.
Quello che si deduce è che nel “pianeta” Serie A, fatto 100 il valore globale monetario in circolo, il 25% delle squadre (Inter, Milan, Lazio, Roma, Juventus) si spartiscono il 75% dell’importo.
Immediatamente mi è balzata agli occhi la possibilità di inquadrare il campionato come la metafora, lo specchio, la tragica copia di come funziona il mondo.
Allo stesso modo chi incassa di più è anche chi lo governa e detta le regole (il presidente della Lega Calcio è Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan) e il meccanismo fa in modo che le differenze fra i grandi e i piccoli siano incolmabili.
Per esempio i diritti televisivi: invece che considerare la Serie A un pacchetto globale con un certo valore e quindi dividere fra le varie squadre questo valore in maniera equa (non uguale, certo, ma magari dividendo in tre il pacchetto, e quindi un terzo dividerlo in parti eguali, un terzo secondo i piazzamenti nel campionato e un terzo secondo la base di utenza delle varie squadre) la Lega fa in modo che le trattative siano singole, e quindi i grandi fanno il prezzo che vogliono, i piccoli sono costretti ad accettare quello che gli viene offerto pena l’esclusione dal video. Per esempio la Juve becca 65 milioni di euro, alla Samp ne sono stati offerti 7,6…( e non avendo accettato siamo praticamente spariti dal video o quasi…)
E chissà perché mi è venuto in mente il debito dei paesi del terzo mondo per la maggior parte causato dall’acquisto dei medicinali dalle multinazionali “occidentali” nonostante un sacco di materie prime necessarie all’occidente vengano proprio da quei paesi, il fatto che l’Africa (incredibilmente) rimane l’Africa nei secoli, che il sud-est asiatico serve a togliere dal mondo occidentale gli scomodi stabilimenti (puzzano e fanno rumore) e a decuplicare i guadagni di pochi, che vivono sulla mancanza di diritti della gente che lavora là e sulla dabbenaggine di chi compra la roba qua.
La cosa interessante è che questo piccolo modello di filosofia capitalegoista sta sempre di più mostrando i suoi limiti, ogni anno ha sempre più problemi a mettere insieme dei campionati credibili, si finisce sempre in mano ad avvocati e giudici, le società costrette a scomparire sono sempre di più e aumentano anche i nomi eccellenti di quelle società.
Insomma…sta scoppiando.
I rivoluzionari non hanno il fazzoletto rosso al collo ma sono manager miliardari che si ribellano alla logica della “globalizzazione” calcistica (ma poi parlano male dei no-global che si occupano di problemi seri, non di pedate al pallone) e che minacciano minacciano senza mai arrivare al dunque.
La Federazione assomiglia sempre di più all’ONU, cioè un guardiano inutile che si piega quasi sempre al volere dei più forti.
Ho fatto un pensiero curioso e, spero, interessante: cosa succederebbe se il 75% decidesse che non vuole più giocare quel campionato e se ne facesse uno per sé?
E se le serie minori gli andassero dietro d’accordo sul ribaltare il calcio?
Quanto diventerebbe il valore di un campionato giocato solo da 6 squadre?Improvvisamente le entrate che servono a pagare i mega ingaggi spariscono e i campioni decidono che agli stessi soldi preferiscono giocare dove abbondano sole e mare o perlomeno buon vino e buon cibo. Genova, Napoli, Firenze…e anche Roma, ma con le società drasticamente ridimensionate. E Calabria, e Sicilia, e Sardegna.
Milano e Torino rimangono tagliate fuori.
Moratti, Galliani e Giraudo tentano inutilmente di convincere altre squadre europee ad abbandonare i loro campionati per fondare una nuova Lega Europea ricevendo sonori pernacchioni, poi tentano di iscriversi al nuovo campionato ricevendone altrettanti.
Moggi sparisce e ricompare come guida ai Faraglioni di Capri.
Carraro diventa uno dei Faraglioni.
Il campionato finalmente riparte e la Samp vince lo scudetto alla grande.
L’apporto di Schevchenko, Kakà, e Emerson si fa sentire, Veron continua a ramanzinarli “Ve lo dicevo che al mare si stava bene…altro che inverno padano.”
Tutti si sono autoridotti l’ingaggio e prendono meno di Flachi, capocannoniere del campionato.
Novellino continua a dire che ai ragazzi non gli può dire niente, e infatti non gli dice proprio niente che tanto sanno come giocare anche da soli.

Il fine giustifica i mezzi, he he.

E siccome la fantasia non mi manca ho fatto il parallelo con il mondo…

L’Africa decide che non ha bisogno del mondo, che ha abbastanza risorse per sé e anche abbastanza diamanti per farsi pagare bene: in pratica smette di importare cose inutili. Richiama tutti gli emigrati promettendo lavoro per costruire strade, acquedotti, ospedali pagati con i diamanti che elargisce con estrema parsimonia e a costi altissimi agli “occidentali” che vogliono farsi un regalo “per sempre”.
Chiude le frontiere e non accetta più turisti.
I villaggi, le spiagge, gli alberghi vengono utilizzati per far riposare a turno chi costruisce le cose che servono.
Annette la penisola arabica e comincia, d’accordo con i principi sauditi, a farsi pagare a caro prezzo il petrolio che non usa per sé.
Arriva fino a Gaza, lì costruisce un muro alto 10 metri per evitare che gli israeliani possano entrare e lo fa diventare un paradiso sul mare con costruzioni Art Decò tipo South Beach a Miami.
Gli iracheni, entusiasti, decidono che non è più il caso di litigare, che sono tutti africani altro che Sanniti, Sciiti, Curdi, invitano gentilmente (quasi) i vari eserciti ad andarsene prima di fare la prolunga al muraglione che chiude il resto del mondo fuori.
Ai Caraibi un movimento culturale in forte espansione che considera l’Africa la madre delle sue popolazioni, chiede l’annessione e organizza pacchetti speciali per i fratelli africani a un decimo del prezzo per gli occidentali.

Una nuova guerra di secessione sconvolge gli Stati Uniti.

I Sudisti (Ispanici e Neri) formano una nuova confederazione che si piazza fra il Texas e la Florida, e immediatamente si associa ai Caraibi chiedendo l’annessione a questo nuovo continente che sta diventando pericolosamente potente.
Petrolio e sole non mancano…a loro.
A Washington Bush non sa che fare, soprattutto perché non può andare più in vacanza nel suo ranch.
Approfittando della situazione i Navajo e i comunisti americani secedono fondando una nuova confederazione praticamente come quella Afro-americana (mai nome fu più giusto), ma rivolta a ovest.
Inutile dire che le due confederazioni subito vanno d’amore e d’accordo.
Schwarzy è in difficoltà: le origini austriache sono poco compatibili con il panorama socio-politico della nuova California.
Essere repubblicano non è così importante, ma non aiuta.
Viene esiliato a Graz dove comincia a importare steroidi fabbricati in Thailandia nelle ex fabbriche delle società farmaceutiche europee ora autogestite.
Li paga a peso d’oro e non riesce a rivenderli.
Gli tocca girare in proprio “Terminator 4: L’Europa finalmente” per tentare di raccattare qualcosa.
E raccatta poco.
Il Mediterraneo si riempie di barconi in fuga dalla penisola pieni di italiani carichi di scarpe, magliette, costumi da bagno e decoder Sky da contrabbandare in Africa.
Vengono accolti a braccia aperte, ma purtroppo scoprono che tutto quello che non avevano comprato in spiaggia nei decenni precedenti basta e avanza agli africani e che di guardare le partite di calcio italiane non gliene frega niente a nessuno.
Nella folla si riconosce un accigliato manager pelato: è Galliani che tenta di impietosire Weah e di fare un accordo per iscrivere il Milan al campionato liberiano, visto che in Italia non può più giocare.
Weah accetta a patto di diventare il presidente al posto di Berlusconi.
E appena approdato alla carica licenzia Galliani e lo spedisce a Graz, che sta diventando qualcosa di molto simile alla Manhattan di 1997:Fuga da New York…
A questo punto non è una sorpresa per nessuno quando una parte dell’Europa, quella meridionale, prospiciente al Mediterraneo, decide di seguire l’esempio dei Caraibici.
Sull’Alta Via dei Monti Liguri viene eretta la sorella della Grande Muraglia, che continua lungo l’Emilia tagliando a Nord fino al Po e di lì fino al mare.
Il nuovo inno lo scrivono Ligabue, Vasco Rossi e Jovanotti.
Berlusconi, Bondi e Calderoli vengono invitati gentilmente (quasi) a raggiungere Schwarzy a Graz.
E con loro un sacco di gente di cui non voglio neanche fare il nome.
Finalmente riparte il campionato (quello a 14 squadre secessioniste) e la Samp lo vince alla grande.
L’apporto di Schevchenko, Kakà, e Emerson si fa sentire, Veron continua a ramanzinarli “Ve lo dicevo che al mare si stava bene…altro che inverno padano.”
Tutti si sono autoridotti l’ingaggio e prendono meno di Flachi, capocannoniere del campionato.
Novellino continua a dire che ai ragazzi non gli può dire niente, e infatti non gli dice proprio niente che tanto sanno come giocare anche da soli.

Il fine giustifica i mezzi, he he.

Porca miseria se mi sono fatto prendere la mano.
Però mi sono divertito un casino…spero che vi siate divertiti anche voi.
L’unica cosa che temo è che il delirio finale abbia fatto totalmente dimenticare il discorso iniziale…che voleva essere (quasi) serio.
E se anche fosse? MACCHISSENEFREGA!! Almeno la Samp ha vinto uno scudetto…anzi, praticamente due..

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